41. Lord, save me, my drug is my baby (3)

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ultima parte😽
#finalmente

⚠️ci sono, come sempre, parti che potrebbero urtare la vostra sensibilità, quindi ad un certo punto se non riuscite a leggere, (nel pov di Trevor) soffermatevi solo sui dialoghi che sono importanti🤍

Trevor

Chiudo gli occhi, stringendoli appena, mentre la mia testa inizia a diventare così pesante da risultare dolorosa. Percepisco almeno un migliaio di chiodi conficcarsi nelle mie tempie, e martelli che non fanno altro che colpire sempre sempre più forte, andando sempre più in profondità non lasciandomi libero di stare tranquillo.

Silenzio. Ho bisogno di silenzio.
O forse ho solo bisogno di qualcuno che mi parli e metta a tacere i miei pensieri oscuri.

Rilascio un lungo sospiro, ripercorrendo le ultime ore della giornata.

5 persone. Una dopo l'altra.
Senza esitazione.

Non ci ho pensato due volte prima di premere il grilletto.
Prima di conficcargli un pezzo di vetro in gola o strappargli gli occhi dalle orbite solo perché aveva osato parlare in quel modo di Skylyn.

Probabilmente lo rifarei.
Ed è proprio questo a rendermi fottutamente, maledettamente, malato.

Io sono un mostro.
Uccido le persone.

Credevo che non avrei più risentito quella sensazione premere nel petto. Quella sensazione che 5 anni fa mi portò a mettere fine alla vita di mio padre.

Invece mi sbagliavo.

Mi era bastato saperla in pericolo per non capire più niente. Pensavo solo a dover fare in fretta, a doverla salvare. Non mi importava come, non mi importava se poi mi sarei sentito come adesso:

una bestia.

Lo ero, lo sono e lo sarei sempre stato.

Le avevo promesso che avrei sterminato qualsiasi cosa le facesse paura, e sarei disposto a sterminare anche me stesso.
E così, l'avevo fatto sul serio.
Avevo annullato qualsiasi cosa mi rendesse ancora umano.

Non avrei mai smesso di odiarmi, e di sicuro non sarei mai diventato una persona migliore.

Ma quando l'avevo vista, seminuda e con la paura a incombere nei suoi occhi, al posto di soccorrerla, abbracciarla e sussurrarle che il peggio era passato, mi ero reso conto di una cosa.

Il peggio ero io.

Lei aveva visto come avevo ridotto quegli uomini.
Aveva visto, ancora una volta, le mie mani sporche di sangue. Aveva visto, ancora, che cosa ero capace di fare.

Ed io non ero nemmeno arrivato in tempo.
Non ero a conoscenza di ciò che MJ le avesse fatto. Dean aveva impedito a me e Kai di raggiungerli in ospedale dicendo che era meglio se le ragazze venissero visitate e in seguito tranquillizzate dai medici, prima di poter parlare con noi.

Io non ho esitato ad eseguire i suoi ordini.
Non ce la facevo a starle vicino.
E sicuramente non ero ancora pronto a sapere cosa le avesse fatto MJ.

Mi sentivo colpevole per ciò che le era successo, perché non ero lì con lei.

E poi avevo paura.

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