60. And loving you was easy, it was you leaving that scarred

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Sky

Ci vuole qualche minuto per riflettere sulle parole appena pronunciate da mio padre e su quanto successo.

Mia madre sta morendo.

Phil ci guarda, serio e disperato come mai l'avevo visto, in cerca di risposte o anche solo una reazione da parte nostra. Non arriva nulla.

Lancio uno sguardo ai miei fratelli, che hanno addosso quella che è probabilmente anche la mia espressione al momento. Sono visibilmente scossi, ma rimane comunque un blocco di ghiaccio che ci impedisce di preoccuparci quanto dovremmo.

Come se per noi fosse già morta da tempo.

«In quale ospedale è ricoverata?»

Il primo a trovare il coraggio di parlare è Jake.

«A New York. Al Presbyterian Hospital.»

Ci guardiamo e basta un cenno del capo di Dean per capire le sue intenzioni.

Andremo lì.

«So che forse vi chiedo troppo...» Phil si gratta il capo con fare imbarazzato.
«Puoi venire con noi.» affermo, senza lasciargli il tempo di concludere la frase.

«Grazie.» sussurra semplicemente.

Il viaggio prosegue in silenzio.

Sono preoccupata per lei? La risposta mi spaventa più del previsto.

La profonda indifferenza che mi attanaglia lo stomaco mi fa interrogare parecchio. Dovrei sentirmi diversa.

Dovrei essere spaventata, forse?

Dispiaciuta?

Compiaciuta?

Non sono nessuna delle tre cose. Non provo assolutamente nulla.

Con lei ho attraversato tutti gli stadi possibili e immaginabili.

L'ho amata da piccola, nonostante tutto. Ma non era un amore puro come quello tra mamma e figlia, era già allora più oscuro, perché mischiato alle mille domande che mi ponevo riguardo il suo atteggiamento e il rancore che provavo nei suoi confronti a causa della sua indifferenza. Mi ritrovavo a domandarmi come sarebbe stata la mia vita, se lei non fosse stata così.

Non mi aveva mai chiesto scusa. Non l'avevo mai vista battersi per me quando i suoi stessi clienti chiedevano un "giro" anche con me.
Non la vedevo rifiutare. Era sempre troppo impegnata ad accettare il prossimo uomo, per pensare a ciò che avveniva sotto i suoi occhi.

Più andava avanti questa storia, più iniziavo a provare del risentimento. Speravo una reazione da parte sua, ma non è mai arrivata.

L'ho odiata quando se ne è andata, fino a ripudiarla. Fino a rinnegare il suo stesso sangue e gli anni passati insieme.
I mesi passavano ed io sentivo il bisogno di cacciare fuori ciò che provavo per lei, sputarglielo addosso e farle capire che madre di merda è stata.
Avrei voluto dirle che quel titolo non le apparteneva, che non le sarebbe mai appartenuto.

E adesso, invece, quell'amore intenso e quell'odio viscerale, si sono tramutati in un indifferenza che non ha eguali. Ed è proprio questo il sentimento peggiore di tutti.

LimitlessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora