𝒜 𝓃 𝓃 𝒶 𝒷 𝑒 𝓁 𝓁 𝑒

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ALT : questo non è un vero e proprio capitolo. ‼️
l'ho buttato giù in nemmeno mezz'ora. Era da un po' che mi torturava l'idea di darvi qualcosa in più riguardante Annabelle. Ho addirittura provato a scrivere un suo intero POV, ma mi bloccavo ogni volta. Alla fine ho optato per farvi leggere quella che era la sua ultima lettera, lasciata alla mamma e a Trev, che Bruno strappò.

Ciò significa che Trevor non ha mai potuto e non potrà mai leggerla.
Ma volevo lo stesso dare a voi ciò che lui non potrà mai avere. Spero apprezziate. Per il "vero capitolo" invece, ci vediamo tra qualche giorno...❤️‍🩹

Buona lettura 🫶🏻

Buona lettura 🫶🏻

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Ciao mamma. Ciao Trev.
Non so quando e se leggerete mai questa lettera. Ma ho bisogno lo stesso di buttare giù su carta i miei pensieri, in quanto ultima possibilità per poterli esternare. Non posso lasciare questo mondo senza almeno darvi un ultimo saluto, anche se non diretto.
Avrei voluto avere il coraggio di affrontarvi faccia a faccia, darvi un addio degno di nota e non su uno stupido foglio di carta che col tempo finirà per perdersi, ma non ne sono in grado. Non posso affrontarvi.
Non saprei neppure da dove partire.
Vi parlo con le lacrime agli occhi, mentre provo a non bagnare il foglio per la milionesima volta e ricominciare a scrivere frasi sconnesse tra loro.

Mi dispiace.

Mi dispiace non esser stata abbastanza forte per continuare a combattere.
Mi dispiace per aver mollato, per aver ceduto alla via più semplice.
Mi dispiace per non avervi detto nulla quando avrei potuto. Mi dispiace non esser stata in grado di gridare aiuto, la prima volta in cui Bruno è entrato nella mia stanza. Mi dispiace non esser stata in grado di dire ciò che mi faceva. Di non aver avuto la forza dentro per poterlo raccontare. Ma ora lo sapete.

Mi dispiace aver permesso alla paura di sopraffarmi, e di rendermi una ragazzina di diciassette anni che teme la vita più che la morte.

Ho paura di tenere gli occhi aperti. Di essere costretta a guardare quello che mi viene fatto, a scorgere le atrocità che ci sono nel mondo e provare a restarne indifferente, perché è così che ci vogliono, no? Indifferenti.
Io non sono nata per quello. Io sono nata per sentirle, le emozioni. E vorrei non percepirle così forti, delle volte, perché forse sarebbe stato tutto più semplice. Forse avrei affrontato con più coraggio diverse occasioni.
Ma sono sempre stata quel tipo di persona che agisce in base a ciò che urla il cuore, e non la mente. E adesso quel cuore, sembra putrefatto, e non ce la fa più. Pompa a più non posso ancora, fa male, ancora, ma crede di aver raggiunto il proprio limite.
Di non poter sopportare oltre.

Tutti, almeno una volta, arriviamo a quel punto. Al cosiddetto limite. Non puoi più superarlo.
E dinnanzi a quello, ci sono soltanto due strade.
C'è chi trova la forza per fare passi indietro, cercare di capire dove sia il problema e provare a risolverlo e chi si perde, volendo sfidare se stessi.

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