66. The Great War (2)

64.1K 2.5K 25.2K
                                    

vi prego di leggere lo spazio autrice in fondo al capitolo 🙏🏻

PARTE DUE

Sky

9:55

«Oggi siete fortunati: non dovrete pagare il prezzo del biglietto per entrare a vedere lo spettacolo. Tutto gratis. Tutto indimenticabile.»

Commenta la donna, con a seguito uno dei suoi scagnozzi, che trascinano via tutti noi. Ci ritroviamo davanti l'entrata della palestra.

Ho il fiato corto e le gambe che a stento si muovono.
Non ho avuto il coraggio di spiaccicare mezza parola.
Vedere mio fratello Will cercare di mantenere la calma, Chloe piangere, T provare a consolarla silenziosamente, Tom restare saldo e Trevor profondamente preoccupato, aumenta a dismisura la mia ansia.

Fossi stata soltanto io, in tutto questo casino, sarebbe stato meglio.
Mi sarei preoccupata di meno.
Ma invece ci sono tutte le persone a cui tengo di più al mondo.

Penso a questo, quando entro all'interno della palestra, e mi rendo conto che non siamo soli.

Incrocio immediatamente lo sguardo con mio fratello Dean, seduto su uno degli spalti insieme a Ivy. Entrambi hanno le mani legate ed un uomo dietro le loro schiene a puntargli una pistola.

La sua espressione non appena ci vede, è capace di spezzarmi il cuore per l'ennesima volta. Così come a me, gli arriva la consapevolezza che questa volta, si rischia davvero grosso. E lo capisco dal modo in cui è terrorizzato.

Sbarro gli occhi, colpita dall'ennesimo pugno allo stomaco.
Non sapere cos'hanno in mente mi fa accapponare la pelle, perché vuol dire che è qualcosa di troppo spietato.

Al centro della palestra, ci sono due figure, coperte da delle maschere. Mi sembrano due uomini.

Poi, dei tacchi percorrono il parquet, nel silenzio più assoluto. Sposto lo sguardo e la vedo arrivare dagli spogliatoi, con a seguito quel cagnolino del fratello.

Juliet e Damon.

Lei ci sorride, come chi ha tutto sotto controllo, e si posiziona proprio davanti a noi, che siamo ancora in piedi all'entrata.

«Buongiorno, ragazzi. Da quanto tempo», si ritrova a scherzare, con un sorriso radioso sul volto.
«So che mi avete cercato spesso in questi ultimi giorni, e mi dispiace essermi fatta attendere per tutto questo tempo, ma volevo che fosse una sorpresa», rivela.

La donna che prima era al nostro fianco, si avvia verso i due al centro della palestra, come incatenati alla sedia. Sussurra una cosa all'orecchio dell'uno, e poi dell'altro. Noto quasi un guizzo di rabbia comparire nel corpo di quello a sinistra, come se stesse per spaccare tutto.

Come delle marionette appese a dei fili, ci muoviamo anche noi sugli spalti.

«Dov'è Angel? Non era con te?», bisbiglio a Tom, che resta con lo sguardo davanti a sé.

«Sono andato tre secondi in bagno. Lei era rimasta fuori. Quando sono uscito, non c'era più.»

Un'altra preoccupazione si impadronisce di me adesso.
Dov'è? Ce l'hanno loro? È ancora in giro per scuola?

Qualche minuto dopo siamo tutti legati, costretti ad osservare quello che abbiamo davanti, in attesa di avere una spiegazione. Spiegazione che dubito potrà mai soddisfare questo senso di angoscia che provo nello stomaco.

La donna si posiziona in mezzo alle due figure, guardandoci uno per uno. Juliet e Damon sono alle sue spalle, come angeli custodi.

«Occorre, prima di iniziare, sapere qual è il mio nome: io sono Jeneviev Armid. Non mi piace dover mettere anche il cognome di mio marito, ma credo che serva, arrivati a questo punto», sospira. «Sono Jeneviev Clinton.»

LimitlessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora