Cosa fai quando l'unica cosa per la quale vivi ti abbandona?
-New Moon
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Mi svegliai di soprassalto per il suono del mio cellulare.
Mi ero addormentata tra le braccia di Elis in lacrime, ma lei non era più accanto a me. Avevo fatto prendere loro un grande spavento. Non deve essere stato facile gestire la situazione di ieri, nemmeno dall'esterno.
Mi allungai verso il comodino per prendere il telefono. Ero ancora dolorante e sentivo i muscoli tutti intorpiditi, sicuramente tutto ciò era dovuto alle ore interminabili di pianto. Ero stata distrutta. Ero come uno specchio rotto che, per quanto avessi provato ad aggiustarlo mettendo tutti i pezzi al posto giusto, non avrebbe più avuto il riflesso iniziale.
Presi il cellulare e lessi il messaggio:
"Non posso permettermi di perderti. Bea, tu mi hai ridato la vita. Ti sei fatta amare per quella che sei e mi hai insegnato ad amare me stesso. Ho fatto tanti errori in passato, è vero, ma io voglio te. Non mi sento pronto a fare il padre, perché ho paura di non esserne in grado. Ma se questo significa perderti, accetto qualsiasi cosa, anche NOSTRO figlio. Il mio rifiuto non era causato da LUI, ma da ME. Ho una paura fottuta, amore, ma so che accanto a te posso superare tutto. Ti prego perdonami.
Harry."
Sorrisi e lacrime si mischiavano sul mio volto.
Non volevo illudermi, ma forse c'era ancora una speranza per noi. Sicuramente avremmo dovuto parlare, discutere sul nostro futuro, ma per amore del nostro bambino avremmo superato tutto.
Un dolore acuto alla testa si aggiunse all'intorpidimento dei miei muscoli.
Probabilmente il dolore del giorno precedente mi aveva davvero indebolito, ma ora mi dovevo calmare. Ora c'era una speranza di felicità e, per il bene mio e del mio bambino, non dovevo più affaticarmi.
Feci per alzarmi, ma una fitta allo stomaco mi colpì.
Ero proprio ridotta male. Avevo sofferto già in passato, ma mai il mio stress aveva inciso così tanto sul mio corpo. Dopo vari tentativi riuscii ad alzarmi, accantonando il dolore allo stomaco, ed un odore metallico mi arrivò dritto alle narici.
Accadde tutto a rallentatore.
Mi girai verso il letto, da dove veniva l'odore, e constatai che le lenzuola, un tempo bianche, erano ormai rosse. Erano piene di sangue, interamente. D'istinto inizia ad urlare con tutta la potenza che avevo in corpo. Mi spostai con le mani tra i capelli e giravo intorno, senza meta, senza sapere dove andare.
«Bea, che succede?» chiese mia zia, accorsa in fretta in camera mia.
Non ebbi bisogno di rispondere, sapevamo entrambe cosa fosse successo.
L'ultima cosa che ricordo fu lo sguardo angosciato di mia zia che si spostava da me al letto, continuamente. Poi fu tutto buio.
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Bip bip bip
Un suono incessante e costante mi sveglio dall'incubo più brutto che avessi mai fatto. Tentai di aprire gli occhi e lo feci dopo alcuni secondi, ma con difficoltà. Appena misi a fuoco la stanza intorno a me mi resi conto che c'era qualcosa che non andava. Non mi trovavo nella mia stanza, non mi trovavo proprio a casa di mia zia. Le pareti che mi circondavano erano verde pastello e nessun quadro adornava quelle pareti fin troppo spoglie. Girai la testa alla mia sinistra e vidi uno strano macchinario, dal quale arrivava il fastidioso suono che mi aveva svegliato.
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Non Passerai//H.S.
FanfictionA volte ritornano.. Ma sarà davvero sempre così? Gli amori, quelli veri, sono destinati a ritornare o è solo un'illusione? Beatrice ritorna a New York dopo tre anni, in vista del matrimonio di sua cugina. Sapeva in cuor suo che avrebbe dovuto rivive...