Bolle e Tempeste

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Forse abbiamo il destino delle bolle di sapone, talmente fragili da scontrarsi ed esplodere oppure diventare una cosa sola.

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E se improvvisamente tutto ciò in cui avevi creduto, tutto quello che ti eri rassegnata di non poter avere, comparisse magicamente davanti a te, e tu non fossi pronta ad ottenerlo? E se non avessi la forza di gioirne?

Era in quel modo che mi ero sentita, così piena da sentirmi vuota, vuota delle mie amare certezze smontate.

E' normale sentirsi vuota quando ti sembra di aver ottenuto tutto? Doveva esserlo, perché mi ero sentita esattamente in quel modo, come se tutto quello che stessi vivendo fosse irreale, come se stessi vivendo in uno dei miei sogni.

«Bea?» sussurrò a malapena Zayn che, scosso quasi quanto me, mi si era avvicinato cautamente, come se potessi rompermi da un momento all'altro.

Avrei voluto rispondergli, davvero, ma le parole non uscivano, nonostante avrei saputo cosa dire, ma anche lì, il vuoto.

«Bea, hai capito quello che ti ho appena detto?» annuire fu l'unica cosa che riuscii a fare.

Perché avevo sentito le sue parole, e il mio cervello le aveva accuratamente recepite ed elaborate, e quella era la mia risposta, la paralisi.

«Ti senti bene?» chiese di nuovo Zayn, ormai davanti a me.

Ma a quella domanda non avrei avuto risposta nemmeno se avessi avuto facoltà di parola, perché non capivo nemmeno come stavo, figuriamoci sapere se stavo bene. Sentivo qualcosa dentro di me, una strana sensazione che ricordavo di aver provato anni prima, ma che pensavo non avrei più sentito, quella sensazione di completezza, di pienezza e speranza.

Non era, però, l'unica sensazione che stava invadendo il mio corpo, ce n'era un'altra che si affacciava prepotentemente in me, quella della paura, paura dell'ignoto, paura del futuro e del vuoto. Avevo, per anni, vissuto nel mio stesso vuoto, sapevo cosa significava doverci convivere, e non sapevo se sarei riuscita a risalire una seconda volta.

Io e Harry avevamo convissuto per anni dentro ad una bolla, quel piccolo spazio vitale solo nostro, che rendeva il mondo più bello proprio perché riuscivamo a condividerlo, a goderne la bellezza insieme, la stessa bolla in cui potevamo coesistere solo noi due, la stessa che avevamo costruito anni prima, e niente era riuscito a romperla.

L'avevamo messa alla prova, eravamo riusciti a farci entrare il nostro amore, troppo grande per essere anche solo spiegato, ma sarebbe riuscita a contenere una terza vita e il nostro amore verso essa?

Ero terrorizzata ed elettrizzata.

Terrorizzata per la paura che tutto stesse per finire di nuovo, ma allo stesso tempo elettrizzata di poter finalmente vivere la vita dei miei sogni.

«Ho paura» riuscii finalmente a dire.

Sentii una mano calda sul volto, e d'istinto appoggiai la testa su di essa, quasi a chiedere un ulteriore conforto.

«Di cosa hai paura?» mi chiese poi dolcemente.

«Ho paura che sia tropo bello per essere vero, ho paura che accada qualcosa di brutto. Ho paura del vuoto».

Alzai lo sguardo per fissare i miei occhi ai suoi, prato e terra, fusi armoniosamente, ma sempre distinguibili l'uno dall'altro, così diversi da due occhi verde chiaro ai quali ero abituata.

«Andrà bene questa volta. So che sarà diverso stavolta, me lo sento» sorrise flebile.

«Ho il terrore di dirglielo. So che sarà diverso questa volta, ma ho comunque paura».

Non Passerai//H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora