Incontri

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Mi trovavo davanti all'entrata della mia suite con un'inaspettata ansia; forse perché tutto quel lusso sfrenato non faceva parte di me, forse perché questa città mi aveva regalato il periodo più bello della mia vita, insieme a quello più oscuro. Mi ritrovo inconsapevolmente a passare la mia tessera magnetica nel sensore.

Davanti a me si aprì un'enorme e lussuosa stanza, estremamente monotematica. L'ambiente era freddo e serio, ma allo stesso tempo confortante. La prima stanza era costituita da un salotto dalle pareti tortora e un divano ad U color panna che riempiva gran parte della stanza. Davanti al divano un televisore di circa 50 pollici occupava gran parte della parete. Questa stanza non rispecchiava minimamente il mio stile, ma sicuramente rispecchiava quello di mia cugina, anche se lei aveva gusti molto più eccentrici.

"Bea??" disse qualcuno dietro di me.

Avrei riconosciuto quella voce tra mille, no anzi, tra milioni di persone. Ero immobile, non riuscivo a muovere un solo muscolo, avevo persino smesso di respirare. Il mio cuore, dopo anni, aveva ricominciato a battere forte, come solo per lui aveva fatto. 

"Bea, che ci fai qui?" disse, e, vedendo che ero rimasta immobile, si avvicinò cautamente.

Non potevo permettere che mi toccasse, neanche sfiorasse. Così riaffiorai dal limbo in cui ero temporaneamente caduta e mi voltai. Era ancora più bello di quanto ricordassi; i miei ricordi non erano in grado di descriverlo a pieno. Era davanti a me, in giacca e cravatta, come un vero uomo d'affari; la barba incolta, insolita per lui, gli dava un'aria ancora più sexy del possibile. Per non parlare dei suoi capelli color cioccolato, che mi facevano impazzire. Per mia fortuna li aveva tagliati un po'; sarebbero stati una tentazione troppo grande, non sarei riuscita a non toccarli.

"Harry — presi aria, questa situazione mi rendeva difficile anche respirare — questa è la mia camera, ecco che ci faccio qui" dissi con un tono palesemente acido.

"Credo che tua cugina abbia escogitato qualcosa, al suo solito. Vedi, questa è anche la mia stanza" disse, sfoggiando il suo sorriso malizioso, che, oltre a farmi impazzire, faceva comparire sul suo viso le sue fantastiche fossette.

"Sicuramente deve esserci un malinteso. Ora la chiamo" senza aggiungere altro mi diressi nella prima stanza a portata di mano. 

Con la mano tremante digitai il numero della mia futura ex-cugina.

Mi distesi sul letto mettendomi un braccio sulla testa. Avevo le gambe molli e non trovavo più la forza per muovermi. Probabilmente non mi sarei mossa più da questa stanza per le prossime due settimane, ovvero fino al giorno del matrimonio. Mia cugina non mi degnava di una risposta, forse lo faceva intenzionalmente; ora forse capivo il suo strano comportamento. 

Dopo quattro lunghissime chiamate, senza risposta, sentii aprire la conversazione.

"Hei cuginetta!" disse Elis, con un tono stranamente tremante.

"Brutta traditrice! Che cosa hai combinato? Che cosa ti è passato per la testa? Perché mi sono ritrovata il mio ex nella mia stessa stanza? Non hai pensato a me? Non hai pensato alle conseguenze del tuo gesto? Non hai pensato che potessi starci male? Non hai...".

"Ferma, ferma, ferma, Bea. Respira! — m'interruppe — avete due stanze separate, condividete solo un insignificante salotto; non mi sembra così atroce. Senti, non era mia intenzione, ok!? Tutte le altre suite erano occupate, così, invece di mettervi in una piccola stanza, abbiamo pensato a questa soluzione".

"Raccontala a qualcun altro questa balla, Elis".

Ero furiosa.

"Ok, forse avevamo pensato che fosse una buona idea, un modo per farvi finalmente chiarire. Anche perché, conoscendovi, non vi sareste nemmeno salutati altrimenti. Ma se è un problema troviamo un'altra sistemazione. Anche se sia io che Niall volevamo un ambiente privo di tensioni al matrimonio, soprattutto da parte dei due testimoni" disse mia cugina con un tono vittimistico; sapeva farti sentire una merda anche se era palesemente colpevole.

Non Passerai//H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora