Un Nuovo Inizio

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1 AGOSTO 2013

«Tesoro mi raccomando, stai attenta! New York è una grande città ed è risaputo che è piena di pericoli. Sei sicura di voler affrontare tutto questo da sola?». 

Il suo sguardo era contrito e pieno di preoccupazione; aveva quasi le lacrime agli occhi.

«Mamma starò bene, non preoccuparti- dissi lanciandole un’occhiata alla stai tranquilla sopravvivrò- ci saranno zia Mara ed Elisabeth con me, me la caverò, stai tranquilla».

«Lo so tesoro. Non so se io riuscirò a stare senza di te. So che la nostra vita non è stata perfetta, non è stata come la desideravamo, ma mi sono impegnata tanto per renderti la donna che sei diventata; lasciarti andare via è difficile per me. Mi dispiace averti creato tanti problemi e preoccupazioni» le lacrime le rigarono il viso.

«Mamma, non mi hai mai fato mancare niente, sei stata la madre migliore del mondo; è solo che inizio a sentirmi stretta in questa città. Tutto qui».

«Lo so tesoro mio» disse a capo chino.

Mi lanciai verso di lei, stringendola forte a me, consapevole di non rivederla almeno per i prossimi sei mesi; Mi si strinse il cuore vedendola così, sapendo di lasciarla sola, abbandonarla. Mio padre, una decina di anni fa, decise di andarsene con la segretaria del suo ufficio stampa e riscrivere la sua vita, cancellando quella precedente. 

So quanto difficile fosse questo momento per lei.

«Ci sentiremo ogni giorno mamma, non preoccuparti».

«Ok, tesoro».

«Ora devo andare» dissi con la voce rotta, mentre una lacrima scendeva sul mio pallido viso. 

Mi girai di scatto e m’incamminai, senza voltarmi indietro, iniziando così un nuovo capitolo della mia vita.

E così eccomi lì: all’aeroporto di Linate ad aspettare l’apertura dell’imbarco per un volo di sola andata. Destinazione New York. 

Il sogno di una vita si stava per realizzare. A ventidue anni, dopo essermi laureata, potevo permettermi di viaggiare e costruirmi una mia vita, la vita che desideravo.

«L’imbarco del volo diretto a New York è ora aperto». 

Una voce dall’alto mi distolse dalle fantasticherie.

Dopo poco più di mezz’ora ero già al mio posto. Quando ero piccola, io e mamma andavamo ogni anno a trovare la zia. Ricordo che io e mia cugina Elis eravamo molto unite e ogni volta, arrivata la partenza, ci dovevano staccare con la forza, perché eravamo strette in un abbraccio ‘stritolante’. Dopo l’abbandono di mio padre, però, mia mamma non poteva più prendersi le ferie desiderate, per tentare di far quadrare i conti e riuscire ad arrivare a fine mese. L’ultima volta che ero stata a New York avevo tredici anni; quella era stata un’estate indimenticabile. 

Quell’estate avevo dato il mio primo bacio ad un amico d’infanzia di mia cugina per cui avevo sempre avuto una cotta. Era un bambino formidabile; quando era piccolo, e io andavo a trovarli, stavamo sempre insieme e lui accontentava ogni mio capriccio. Con l’età era cambiato: era diventato più borioso, ma con me non era cambiato di una virgola. Dopo il nostro primo bacio, avvenuto dentro un armadio mentre giocavamo a nascondino, c’eravamo dovuti separare. Ero rimasta cotta di lui per anni, fino a quando il tempo guarì le piccole ferite di un’adolescente. La mia vita da quel momento aveva preso il volo; non ero più quella bambina incosciente e immatura. L’abbandono di mio padre mi aveva fatto crescere e maturare, forse un po’ troppo, vista la mia giovane età. Nonostante il grande dolore che provavo, non lo facevo vedere a nessuno, soprattutto a mia madre, che già soffriva abbastanza. 

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