Il mondo fa meno paura se hai qualcuno vicino che ti stringe la mano
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Fummo interrotte da un rumore, un rumore familiare, e sapevo da dove provenisse.
Ci staccammo cautamente l'una dall'altra e posai il mio sguardo sul suo, non potendo fare a meno di sorridere. Avevo desiderato vedere quel sorriso magnifico di persona per anni, ma non avevo mai avuto il coraggio di tornare in America, e Sarah era troppo impegnata tra lavoro e bambine per venire a trovarmi.
«Avevate per caso intenzioni di fare festa senza di me?».
Ci girammo verso la voce e trovammo un'Elis sull'uscio della dependance, con le mani sui fianchi che fingeva di essere offesa.
Il suo volto era più radioso del solito, le sue guance più rosee ed un sorriso, che ormai non riusciva più a trattenere, le riempiva il volto di gioia.
Ci vollero solo pochi secondi prima che iniziasse letteralmente a correre verso di noi e raggiungerci, incatenandoci in un altro abbraccio, questa volta più completo, questa volta più unico, molto più casa.
«Finalmente tutte insieme!» urlò alle nostre orecchie.
Insieme eravamo un gruppo affiatato, ognuna compensava le mancanze delle altre, avevamo raggiunto il nostro equilibrio, avevamo trovato il posto al quale appartenevamo. Eravamo anime gemelle, che avevano impiegato anni ad incontrarsi, ma solo un secondo per conoscersi e riconoscersi, perché era come se le nostre anime si conoscessero da sempre, ma i nostri corpi avevano faticato a farlo. Ma il destino ti mette davanti le perone della tua vita, devi solo essere tu bravo a riconoscerle e farle tue, trovargli un posto nella tua vita.
E questo era successo a noi, che non ci eravamo mai incontrate tutte insieme, ma era come se fossimo abituate a farlo.
«Volevo esserci quando le avresti fatto vedere questa stanza! Volevo vedere la sua faccia!» si lamentò mia cugina.
«Aveva una faccia inebetita» rise Sarah.
«Era per questo che volevo vederla! Invece me la sono persa».
«Ricordatevi che sono qui in carne ed ossa, e posso menarvi» tentai di essere seria, con scarsi risultati.
«Non puoi» disse Elis con espressione vittoriosa.
«E per quale motivo?» chiedemmo in coro io e Sarah.
«Perché non vorrete mai fare del male al vostro nipotino» disse fingendo noncuranza, ma non appena disse l'ultima parola vidi il suo sguardo illuminarsi.
E allora capii che stava dicendo la verità.
«Tu...» iniziai.
«Sei...» continuò Sarah.
«Si, ragazze! Non ci vuole molto a dirlo: IO-SONO-INCINTA!».
«Oddio! E da quanto tempo lo sai?» chiesi, ancora scossa da quella notizia inaspettata.
Sapevo quanto Elis desiderasse costruirsi una famiglia, era il nostro sogno fin da quando eravamo bambine, sogno che io non avevo ancora realizzato, anche se c'ero andata vicina.
Nonostante fossero passati anni, il ricordo di quel bambino perduto faceva ancora male, era ancora una ferita aperta sul mio cuore, e niente e nessuno avrebbe mai potuto ripararla, perché era colpa di dolore e senso di colpa.
«In realtà da qualche giorno. Siete le prime a saperlo, a parte Niall» concluse abbassando lo sguardo, forse ripensando alla reazione di Niall.
«E a chi dovevi dirlo per prime, se non a noi!» urlò Sarah.
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Non Passerai//H.S.
FanfictionA volte ritornano.. Ma sarà davvero sempre così? Gli amori, quelli veri, sono destinati a ritornare o è solo un'illusione? Beatrice ritorna a New York dopo tre anni, in vista del matrimonio di sua cugina. Sapeva in cuor suo che avrebbe dovuto rivive...