Silenzio

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Era la cosa più bella e pulita che avessi mai provato nella mia vita. Sai cosa significa trovarti davanti ad una persona e renderti conto che da quel momento in poi nessun'altra potrà più contare allo stesso modo per te?

-Giorgio Faletti

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Quando uscimmo da casa di Liam, dopo aver salutato tutti, Harry era già in macchina ad attenderci.

Sentivo la presenza di Zayn dietro di me, ma nessuno dei due aveva voglia di parlare.

«Non capisco perché si comporta in questo modo» bisbigliai più a me stessa che a lui.

Harry era sempre stato un tipo socievole, sempre pronto a sorridere a chiunque gli rivolgesse la parola, sempre disponile ad aiutare gli altri, non aveva mai mostrato quel suo lato cupo. Era sempre stato un ragazzo tranquillo, dalla battuta sempre pronta e, al tempo stesso, una persona con cui poter parlare di qualsiasi cosa, per questi motivi, prima di diventare l'amore della mia vita, era stato il mio migliore amico.

Mettendomi nei suoi panni però potevo capirlo, l'amicizia tra me e Zayn era una di quelle amicizie inusuali, che dall'esterno poteva essere fraintesa, per questi motivi capivo il suo fastidio. Avevo passato tanto tempo con Zayn nell'ultimo periodo, forse più con lui che con Harry, ma questo non voleva dire niente, il mio cuore gli era sempre appartenuto, e niente poteva cambiarlo.

«Sono io il problema» disse Zayn a bassa voce, come se Harry potesse sentirlo attraverso i finestrini.

«Non ne vedo il motivo» mentii in parte, accingendomi ad aprire la portiera.

«Io si» mi sembrò di aver udito quelle parola uscire dalla bocca di Zayn, ma era troppo tardi per replicare, ero già dentro la macchina.

Mi voltai verso Harry, mentre sentii Zayn entrare dietro di noi e chiudersi la portiera della macchina dietro di se.

Harry non mi aveva degnato nemmeno di uno sguardo, nonostante sapesse di essere osservato, e lo sapevo perché ogni volta che era lui a fissare me, sentivo il suo sguardo sul mio corpo, lo sentivo attraversarlo e soffermarsi su certi punti, come se una scia di calore attraversasse il mio corpo. Sentivo quel suo sguardo bollente infuocarmi l'anima, irradiare ogni singola cellula del mio corpo, e sapevo che lo stesso accadeva a lui.

Il nostro amore era così, pieno di sguardi e passione, e potevamo stare ore, giorni, senza parlare, ma dicevamo tutto con gli occhi, con i nostri sguardi incatenati, ci dicevamo il mondo, e anche di più.

Quando capii che il mio sguardo non sarebbe stato mai ricambiato, mi arresi e mi voltai verso la strada buia di fronte a noi, e fu proprio in quel momento che Harry accese la macchina e partì alla volta di casa, riempiendo il silenzio dell'abitacolo con una musica assordante, che abbassai prontamente.

«Che turno hai domani, Zay?» fu la prima cosa che mi venne in mente di chiedere per interrompere il silenzio attorno a noi.

Il silenzio non mi aveva mai dato fastidio, perché il silenzio è compagno dei pensatori, è come per un pittore la tela bianca, dove puoi creare i tuoi suoni, anche dove di suoni non ce n'è affatto. Senza il silenzio non sarei mai stata in grado di scrivere, di dipingere la mia personale tela bianca, di parole e suoni che solo io riuscivo a carpire dal silenzio, perché ognuno pensa in modo diverso da un altro individuo, le parole escono come flussi di pensieri, come l'acqua agitata di un fiume, che non si arresta mai.

Il silenzio è compagno della solitudine, la solitudine dell'anima, che non è mai un male, perché è quel tipo di solitudine che ti permette di far uscire la vera te, che ti permette di conoscerti, di essere realmente la persona che vuoi. Il silenzio e la solitudine erano stati i miei compagni d'avventura, e insieme avevamo creato qualcosa di unico e magico, mi avevano aiutato ad osservare il mondo con occhi diversi, con occhi di qualsiasi persona mi passasse accanto, ed è stato lì che ho capito quanti mondi si possono vedere con gli occhi degli altri.

Non Passerai//H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora