Possono due occhi farti tremare le gambe?
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Mi svegliai con un dubbio martellante in testa, non sapevo se quello che avevo sentito nel sonno fosse qualcosa successa realmente o se fosse solo frutto della mia immaginazione.
In fondo al mio cuore speravo di essermelo immaginato, speravo si fosse trattato solo di un sogno, perché i sogni, per quanto possano somigliare alla realtà, non fanno paura dopo che ti svegli. La realtà, invece, può fare paura, può far male.
Ma in fondo lo sapevo, anche se non volevo ammetterlo a me stessa, sapevo che era tutto reale, che, per quanto avessi cercato di evitarlo, il giorno che tanto temevo, quello in cui avrei perso Zayn, era più vicino di quanto avessi sperato.
Non avevo il coraggio di aprire gli occhi e trovarlo accanto a me, non volevo vedere il suo volto guardarmi con quegli occhi che sapevano di amore non corrisposto, perché l'ultima cosa che avrei voluto era vederlo soffrire, ma sarebbe successo. Zayn era più di un amico per me, era una persona a cui sapevo di potermi affidare totalmente, sapevo di potermi fidare di lui, e che non mi avrebbe mai fatto del male.
Ma non lo amavo, per quanto potesse essere la persona giusta, quando mi era vicino sentivo solo affetto, niente di più, niente farfalle allo stomaco, niente brividi e ondate di calore, non arrossivo, ma, nonostante tutte queste cose, avevo paura di perderlo.
Non riuscivo ad immaginare le mie giornate senza di lui, soprattutto in quel momento, perché tutto era reale, perché ero certa che mi avrebbe lasciato da sola e il vuoto della sua perdita sarebbe aumentato a dismisura. Niente più passeggiate al parco, niente più picnic, niente più discorsi stupidi che ti riempiono le giornate, niente più attenzioni, ormai fraintese.
La parte egoista di me avrebbe voluto trovare una vita d'uscita, un modo per bloccare quel momento in cui avrei dovuto lasciarlo andare, in modo da poterlo avere nella ia vita, di poterli avere entrambi. Ma l'altra parte di me, quella che voleva il meglio per il ragazzo tenebroso che era diventato suo amico, voleva il meglio per lui e non voleva vederlo soffrire. Sapevo la sofferenza che si provava nel vedere la persona che ami, amare un'altra, e non volevo che Zayn continuasse a soffrire. Dovevo parlargli, dovevo salvarlo prima che per lui fosse troppo tardi, che fosse tardi per il suo cuore.
Essere odiata da Zayn era l'ultima cosa che volevo, avrei preferito mille volte la sua indifferenza, preferivo non incrociare più il suo sguardo per strada, o vederlo evitare il mio saluto. Tutto sarebbe stato meglio di essere odiata e disprezzata da lui.
Feci un respiro profondo e mi costrinsi ad aprire gli occhi, stupendomi quando mi resi conto di non essere sul divano.
Mi guardai intorno e riconobbi la stanza di Zayn, che doveva avermi portata lì la sera prima, quando ormai mi ero profondamente addormentata. Accanto a me il letto era vuoto, nessuna traccia di Zayn accanto a me, e sembrava non avesse nemmeno dormito lì con me, il letto non era disfatto dalla sua parte, le lenzuola fredde, lui non era stato lì. Mi alzai in fretta per controllare che fosse tutto apposto, e in effetti lo era.
Lo trovai sdraiato sul divano, che dormiva tranquillamente. Era indescrivibilmente somigliante ad un angelo, coricato su un fianco, e potevo vedere le piccole onde formate dai suoi capelli, ormai non più ordinati, le lunghe ciglia nere, la pelle olivastra perfettamente liscia, piena di nessuna imperfezione.
Si, era proprio un angelo, non uno di quegli angeli puri ed immacolati, ma più simile ad un angelo dannato dal cielo, troppo bello per restare insieme agli altri, troppo unico per amalgamarsi, troppo diverso per non essere unico.
Mi aveva portato in camera sua, nonostante fosse più facile che dormisse nel suo letto, ma avevo imparato a conoscerlo, era protettivo e gentile, era un perfetto cavaliere travestito da bad boy.
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Non Passerai//H.S.
FanfictionA volte ritornano.. Ma sarà davvero sempre così? Gli amori, quelli veri, sono destinati a ritornare o è solo un'illusione? Beatrice ritorna a New York dopo tre anni, in vista del matrimonio di sua cugina. Sapeva in cuor suo che avrebbe dovuto rivive...