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 Poi tutto torna come prima; ma non è più la stessa cosa.

-A. Baricco



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Aprii lentamente gli occhi e mi guardai intorno, osservando ciò che mi circondava. I miei vestiti erano sparsi per tutti il pavimento della stanza, insieme a quelli di Harry, e le coperte erano tutte scomposte. Mi voltai alla mia destra, ma la trovai vuota, Harry non c'era.

Che se ne fosse pentito?

Ero sicura che si era addormentato qui perché ricordo che in piena notte ero dovuta andare a bere, e lui era rannicchiato vicino a me, con un suo braccio a circondarmi la vita. Ma dov'era finito? Mille ipotesi mi attraversarono la mente, ma furono annullate quando sentii la porta d'ingresso aprirsi.

Harry comparve nella stanza con un vassoio in mano, in tutta la sua bellezza. Indossava solo un paio di pantaloni di tuta, lasciandomi ammirare i suoi addominali scolpiti, contornati da tutti i suoi magnifici tatuaggi. Mi accorsi che si era sicuramente fatto la doccia da poco, perché i suoi capelli erano ancora umidi e ricadevano sul suo fantastico volto.

Mi guardò, una volta raggiunto il letto, con uno sguardo così luminoso da far sembrare i suoi occhi ancora più verdi.

«Ti ho portato la colazione, mia bella italiana» disse, rivolgendomi uno dei suoi più dolci sorrisi.

«Era tanto che non mi chiamavi così» dissi felice.

«Era tanto che non stavamo insieme, in questo modo» sorrise ammiccante, facendomi arrossire al pensiero della sera precedente.

«Quando hai fatto quel tatuaggio?» dissi, cambiando discorso.Era dalla prima volta che l'avevo visto in piscina, che volevo porgli quella domanda.

«Quale? Questo?» chiese indicando la scritta che aveva sul fianco.

Ed io annuii.

«L'ho fatto esattamente un anno dopo averti incontrato, precisamente sei mesi dopo la tua partenza. Mi mancavi così tanto che avevo paura che un giorno mi sarei scordato di te, e che eri stata tu a farmi diventare quello che sono oggi. Così sono andato a farmi questo, perché non mi bastava condividere con te un tatuaggio, ma volevo un tatuaggio che mi ricordasse ogni giorno a venire della tua esistenza, per farmi capire quello che mi ero fatto scappare – fece una pausa – l'ho fatto perché ogni giorno dovevo guardarmi allo specchio e rendermi conto di quanto fossi stato idiota, un completo idiota».

Le lacrime scendevano inesorabilmente sul mio viso, e non riuscivo a farle smettere. Aveva detto delle cose davvero dolci, che rispecchiavano perfettamente come mi ero sentita per tre anni. Forse in fondo ieri sera Zayn aveva ragione. Avrei potuto incontrare qualcun altro che avrebbe potuto spezzarmi il cuore, quindi perché non tentare con lui? 

Mi alzai dal letto e lo raggiunsi, prendendo dalle sue mani il vassoio con la nostra colazione e poggiandolo sul tavolo vicino. Andai proprio di fronte a lui e gli accarezzai il volto con la mia mano, fino ad arrivare al tatuaggio che ritraeva la sua sofferenza e il suo amore per me. Feci passare le dite su di esso lentamente, come se lo stessi scrivendo io stessa. Poi alzai lo sguardo sul suo viso e lo baciai con dolcezza.

«Ti amo, Harold Edward Styles – dissi sorridendogli dolcemente – tu non immagini nemmeno quanto».E lo abbracciai, sentendomi finalmente a casa.

«Mi sei mancata da morire» disse tenendomi stretta a lui. 

Mi allungai verso il suo viso e lambii le sue labbra con le mie, gustandomi il suo adorabile sapore. Quando però il baciò si approfondì a tal punto da ritrovarci nuovamente distesi sul letto, il mio cellulare squillò.

Non Passerai//H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora