Era bello sentirti e tenerti vicino, anche solo nella luce del mattino. E se hai mentito è uguale ma ora lasciami andare.
-Raf
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Avevo affittato per tutta la notte una limousine bianca, come tacitamente espresso da Elis, che ci avrebbe portato al "Touch Me Club" e che poi, a fine serata ci avrebbe riportato a casa, non si sa in quali condizioni. In fondo l'idea della limousine era stata ottima, perché a fine serata nessuna sarebbe stata in grado di guidare, nemmeno io, che mi ero ripromessa di divertirmi come non mai stanotte.
Avevo fatto in modo di uscire dopo Harry, evitando così di incrociarlo, e il mio piano era andato a buon fine. Lui avrebbe avuto l'addio al nubilato di Niall e non volevo pensare quali intenzioni avesse. Sarebbe tornato in stanza con una spogliarellista? Non pensavo realmente che lo facesse, ma ero stata appena delusa, quindi la mia mente faceva viaggi interminabili, viaggi inutili. Mi imposi di smettere di pensare ad Harry e non farlo per il resto della serata.
Dovevo dire che la presenza di Louis mi aiutava notevolmente nel mio intento; quel ragazzo era una vera forza, dovevo ammetterlo.
Il "Touch Me Club" era uno dei più rinomati night club di New York, famoso per gli attraenti spogliarellisti che ci lavoravano. Elis, sarebbe impazzita una volta capito il luogo del suo addio al nubilato. Non vedevo l'ora di vedere la sua reazione.
Quando arrivammo di fronte al locale la reazione di Elis non tardò ad arrivare.
«Oddio!! – urlò già alticcia, a causa di tutto lo champagne che ci eravamo tracannati nella limousine – avevo chiamato per vedere se avevate prenotato lì, ma non c'era nessuno dei vostri nomi!».
«Ti conosciamo! – esclamai sorridendo – sapevamo che avresti chiamato, per questo abbiamo prenotato a tuo nome, Elis Horan».
«No, non ci credo! Voi siete pazze» urlò eccitata.
«Tesoro, perdonami se te lo faccio ricordare – le disse Louis, anche lui alticcio – ma tra di voi, nonostante i differenti gusti sessuali, c'è anche un maschio. Se continui a parlare al femminile sarò costretto ad andare dal chirurgo plastico» concluse facendo ridere tutti.
Entrammo all'interno del locale e restai a bocca aperta. Era un semplicissimo locale, poco illuminato, ma non presentava niente di eccessivo, come invece mi sarei aspettata. Entrammo nel privè che avevamo prenotato e ci sedemmo nei nostri tavolini.
Ci fu subito portato da bere da un cameriere davvero carino, ma troppo palestrato per i miei gusti. Indossava un pantalone nero di velluto e, nella parte superiore, solo un papillon abbinato al pantalone.
«Ecco a voi, dolcezze» disse, ammiccando però particolarmente Louis, che sornione, sorrise.
«Ragazze mie – disse gongolante – penso che stasera ci sarà un posto libero in limousine, perché io ho appena trovato un passaggio» concluse facendo ridere tutte sonoramente.
La serata passò tranquillamente, tra un bicchiere e l'altro, tra una battuta e l'altra. Poi arrivò il momento che Elis aspettava impazientemente: il ballo dello spogliarellista, che a parer mio di ballo non aveva niente.
Capii che era arrivato il momento perché la classica canzone di "nove settimane e mezzo", "you can leave your hat on" di Joe Cocker, partì dalle casse, provocando sospiri e urla dalle presenti. Io ero a dir poco imbarazzata dal comportamento delle ragazze attorno a me, soprattutto di quello di mia cugina che, una volta partita la canzone, si mise a ballare sul tavolo. Per fortuna l'alcol che mi scorreva in circolo mi permise di lasciarmi andare un po', ancheggiando a suon di musica accanto ad Louis che mi aveva preso per la vita.
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Non Passerai//H.S.
FanfictionA volte ritornano.. Ma sarà davvero sempre così? Gli amori, quelli veri, sono destinati a ritornare o è solo un'illusione? Beatrice ritorna a New York dopo tre anni, in vista del matrimonio di sua cugina. Sapeva in cuor suo che avrebbe dovuto rivive...