Incontri (S)Piacevoli

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Ma tu, di tutti i nostri momenti, cosa ne hai fatto? No perché sai, io me li sogno, li scrivo, li vedo quando la gente pensa che io stia fissando il vuoto, li sento in ogni canzone, sai, me li porto ovunque.


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Dopo essere andata in camera, mi vestii e decisi di uscire a fare shopping.

In realtà non era il mio hobby preferito, ma avevo bisogno di comprarmi qualcosa che mi facesse sentire carina, all'altezza di Charlotte, o almeno ci volevo provare. Non volevo essere migliore di lei, ma volevo sentirmi il meno possibile inferiore a lei, almeno nella bellezza, perché per quello che avevo percepito, oltre ad essere bella esteriormente, lo era anche interiormente.

Uscii di fretta e furia dall'hotel, quasi come se qualcuno mi stesse seguendo e, senza pensare, mi diressi verso Broadway. Mi dilungai per la strada lasciandomi catturare dalle molteplici vetrine che trovavo lungo il mio cammino. Arrivai a Time Square, fino ad arrivare ai teatri. Adoravo gli spettacoli di Broadway, ed era tantissimo che non andavo a vederne uno. Sarebbe sicuramente stata una mia prossima tappa. Dopotutto avevo tanto tempo da impiegare, avevo ancora dieci giorni da godermi in tranquilla solitudine.

Quando stavo per entrare in un negozio, che all'apparenza sembrava centrare pienamente i miei gusti, mi sentii toccare un braccio e, pensando fosse un disturbatore qualunque, mi girai con sguardo truce.

«Scusami, sei Bea?».

Mi ritrovai di fronte, o per meglio dire ai piedi, una bambina bionda non più grande dei dieci anni. Mi chiesi come facesse a conoscermi, visto che i miei soggiorni a New York non erano durati tantissimo. Poi la guardai negli occhi e la riconobbi. Era molto più alta in confronto all'ultima volta che l'avevo vista, e la sua voce non era più squillante e da bambina.

«Sei Lea?» le chiesi con occhi sbarrati.

Era la sorella di Harry, o almeno la sua copia femminile, ma bionda.

«Si» disse ad alta voce, mentre le cresceva un enorme sorriso in volto.

«Scusa se non ti ho riconosciuto subito, ma sei talmente tanto cresciuta quanti anni hai ora?» le chiesi, guardandola adorante.

«Quasi nove ormai» rispose fiera di se.

Durante la mia storia con Harry mi era capitato tante volte di passare il mio tempo a giocare con lei, e l'adoravo.

Restammo per qualche secondo a fissarci, senza dire una parola. Era una sorpresa ritrovarsi dopo tutti questi anni. In più non sapevo come comportarmi con lei, visto che non sapevo come aveva reagito alla mia scomparsa. Fu lei, però a fare il primo passo. Si protese verso di me e mi abbracciò fortissimo.

«Mi sei mancata tantissimo» mi disse con voce tremante.

«Anche tu, tesoro» le risposi, passandole affettuosamente la mano su e giù per la schiena.


«Lea, che fai?» disse una voce dietro di me.

«Guarda chi ho incontrato, mamma!» urlò la ragazzina, dirigendosi verso sua mamma.

Mi voltai e vidi Helen, che a differenza della figlia non era cambiata di una virgola, a parte forse essersi tagliata di poco i suoi capelli biondo rame.

«O mio Dio! - esclamò platealmente - sei davvero tu o sto avendo una visione?!».

«Ahahah, mi sa che sono davvero io» dissi ridendo.

Lei senza avvertirmi mi corse incontro e mi intrappolò in un vero e proprio abbraccio stritolante. Io ricambiai il gesto, felice di quella reazione. Avevo sempre temuto che, il modo in cui me n'ero andata, avesse ferito tutti, avevo paura che tutti ce l'avessero con me.

Non Passerai//H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora