Guscio

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Non possiamo dire in quale preciso momento nasce l'amicizia. Come nel riempire una caraffa goccia a goccia, c'è finalmente una stilla che la fa traboccare, così in una sequela di atti gentili ce n'è infine uno che fa traboccare il cuore.

-Fahrenheit 451


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«Pensavo fossi partita».

Zayn era ancora immobile davanti a me, lo sguardo sul mio, e un sorriso pieno di gioia.

Il nostro era uno di quegli incontri inaspettati, imprevisti come un temporale durante una giornata di sole, come una di quelle piogge estive che ti risollevano dal calore del sole sulla pelle. Fin dalla prima volta che avevo visto Zayn, nonostante la sua apparente sicurezza, avevo capito che in lui c'era qualcosa di più. Il suo atteggiamento mascherava un animo dolce e sensibile, proprio come un Flan, come un dolce al cioccolato duro all'esterno che, non appena tagliato, mostra tutto il suo cuore liquido e caldo.

Non credevo che lo avrei rivisto, tantomeno così presto.

New York era una grande città e, a meno che non frequentassi sempre gli stessi quartieri, incontrare una persona per due volte, era quasi impossibile. Invece eravamo lì, uno di fronte all'altro, dopo nemmeno un giorno dal mio trasferimento. Nello stesso quartiere, nello stesso supermercato, a fare la spesa alla stessa ora.

A volte il destino decide di metterti sul cammino di un'altra persona, senza un motivo apparente, senza una spiegazione, lo fa e basta. Forse non scoprirai mai il motivo per cui tutto questo succede, spesso pensi che il destino ti sia avverso, che ti metta di fronte difficoltà troppo grandi per te, insormontabili. Altre volte invece non puoi fare a meno di ringraziarlo, perché riesce a donarti persone uniche, persone che non passeranno mai, come Harry. Altre volte ancora ti manda persone che non capisci che ruolo avranno nella tua vita, come Zayn. Te le manda e basta, e tu sai che in fondo quella persona avrà un ruolo nella tua vita, non sai per quale motivo, cosa farà e dove ti porterà, sai solo che è giusto così.

Mi avvicinai a lui, non potendo fare a meno di sorridere.

Ero felice di averlo incontrato, ero felice che il destino avesse messo proprio Zayn nel mio cammino. Camminai verso di lui, quasi intimorita dalla sua presenza, perché non potevo fare a meno di chiedermi: perché proprio lui?

«Ero partita, ma sono ritornata» dissi una volta davanti a lui.

Potevo vedere la sua felicità nel rivedermi dal luccichio dei suoi occhi, dal sorriso dolce che mi stava rivolgendo. Le sue labbra carnose erano distese, per permettere al suo splendido sorriso di far capolino sul suo volto, mostrando i suoi denti perfetti.

«Pensavo non ti avrei più rivista dopo 'quella sera'» e nella sua voce mi parve di leggere quasi sollievo, come fosse felice di essersi sbagliato.

«Ti riferisci alla sera dell'addio al nubilato?» dissi, facendomi uscire una risata quasi isterica al ricordo di quella sera.

«Esattamente».

Con lui riuscivo a parlare anche senza formulare la frase. Bastava guardarci negli occhi per capire quello che pensavamo, e ciò era anche strano visto le poche volte che avevamo avuto l'opportunità di parlare e stare insieme.

Sapevo a cosa stava pensando.

Quella sera ero distrutta, rotta in mille pezzi, come non lo ero da tanto tempo, e lui era riuscito a non approfittarne, a raccogliere addirittura i pezzi di quel cuore distrutto, e a ricomporlo, quando aveva deciso di riportarmi da Harry. Non avevamo più parlato di quell'avvenimento, non ne avevamo mai avuto occasione, era stata l'ultima volta che ci eravamo visti.

Non Passerai//H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora