Perdite

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“Se amate la vita non sprecate tempo, perché è ciò di cui sono fatte tutte le nostre vite.”

Benjamin Franklin

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Avevo sempre pensato che l’intimità personale riguardasse, appunto, la persona. Avevo sempre ritenuto che ci fossero azioni, gesti, abitudini che non potessero essere condivise con altri individui. Non avevo mai amato condividere la mia intimità, ma da quando stavo con Harry amavo condividere con lui qualsiasi cosa. 

Harry si prese cura di me in tutto e per tutto quel pomeriggio.

Mi aiutò ad asciugarmi e vestirmi, in silenzio, mentre io assaporavo il suo tocco, di cui non potevo più fare a meno ormai. Mi fece sedere sulle sue gambe e mi asciugò i capelli, tastandoli dolcemente e massaggiandomi con cura la cute.

Mi sentii protetta come poche volte prima, mi sentii amata, proprio come desideravo.

In quel momento capii che molte persone ti possono abbandonare nella vita, ma ci sono altre che non lo faranno mai. Perché molti non ti amano nel modo giusto, non tutti sarebbero disposti a soffrire pur di vederti felice. Non tutti fanno dei sacrifici per mantenere vivo e saldo il loro amore.

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«Ora devo andare, altrimenti Elis commetterà un omicidio» dissi, soffiando sulle sue labbra.

«E io ti voglio tutta intera, per molto, molto tempo» disse sorridente.

«Grazie della cena, ma soprattutto grazie di esserti preso cura di me».

«Dovere e piacere».

E così mi avviai verso casa, con addosso l’odore di Harry, emanato dalla sua tuta, che mi aveva gentilmente dato in prestito, visto la condizione pessima dei miei vestiti. Era stata una giornata davvero imprevedibile, ma al tempo stesso rivelatrice. Avevamo dichiarato ciò che provavamo l’uno per l’altro e avevamo appena raggiunto un’intimità impensabile fino a poche ore prima. 

Mi sentivo leggera e felice, nonostante la bufera a cui ero stata sottoposta.

Aprii la porta di casa e fui stranamente colpita dalla mancanza di luce. Ad illuminare il soggiorno c’era solamente la televisione, accesa su un canale di moda, ma che apparentemente nessuno guardava. Feci velocemente il giro del divano e trovai Elis seduta sul grande tappeto bianco con le ginocchia al petto.

«Quando intendevo che dovevi apportare un cambiamento di stile, non mi riferivo ad un peggioramento sai?!» disse improvvisamente Elis, acidamente.

«Mia cara e dolce cugina, non puoi nemmeno immaginare il motivo per cui non ho più i miei vestiti addosso. Tu piuttosto, sei diventata una vampira che non sopporta la luce o cos’altro?».

Continuava a tenere gli occhi fissi sul grande schermo davanti a lei.

La sua espressione non era mutata minimamente e, per quanto non fossi brava nelle battute sarcastiche, il comportamento di Elis era alquanto insolito. La conoscevo, forse meglio di chiunque altro, per questo ero sicura che qualcosa che la turbasse, e doveva essere anche qualcosa di grosso.

Avanzai verso lei e mi sedetti accanto a lei, spalla contro spalla.

«Per quanto ami il tuo insolito silenzio, non posso che esserne preoccupata. Vuoi parlarne?».

Non Passerai//H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora