Istinti

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Ci sono persone che non finiscono mai di volersi bene, semplicemente perché ciò che le lega è più forte di ciò che le divide.


-Johnny Deep



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Potevo ancora sentire il suo respiro sul mio viso, mentre i suoi occhi verdi studiavano ancora con accuratezza il mio viso. Potevo vedere il suo sguardo spostarsi su qualsiasi parte del mio volto. Non avevamo nessun contatto fisico, ma la sua vicinanza mi dava calore, amore.

«Sapevo che venire qui avrebbe portato a questo» disse una voce dietro di noi, facendoci sobbalzare.

Mi voltai di scattò in direzione dalla porta, dalla quale veniva il rumore, e la vidi. Appoggiata allo stipite della porta c'era Charlotte, a braccia conserte che ci guardava con sguardo furente.

«Charlie, io...» tentò di iniziare a dire Harry, che però fu prontamente bloccato con un gesto della mano da quest'ultima.

«Non voglio sentire niente – iniziò, avanzando verso di noi – sapevo che questo matrimonio ti avrebbe portato nostalgia di lei. Sapevo che rivedendola ci saresti ricaduto, perché sei una persona debole, e lei ti ha sempre condizionato la vita, fin da quando ti ho conosciuto». 

Si fermò proprio di fronte a noi, facendo spostare il suo sguardo da me a Harry. Poi il suo sguardo si fissò su di me.

«E tu, brutta deficiente! – disse fissandomi dall'alto in basso, indicandomi con un dito – non sai quanto ho dovuto lottare, quanto ho dovuto soffrire prima di averlo. Mi sono sentita sempre una scorta, la seconda scelta. Poi con il nostro fidanzamento ho sperato di averti cancellata, per sempre. E invece sei ancora davanti a me».

Il suo sguardo mi atterriva nel vero senso della parole. Non vi era altro che odio e risentimento, ma potevo capirla. Io le stavo rovinando la vita, nonostante mi ero ripromessa di non farlo, di farmi da parte.

«Ma lui, a quanto pare merita una come te – disse avanzando verso di me – una sgualdrina, ecco cosa sei!».

Successe tutto in un secondo.

Sentii come se il collo mi si stesse staccando dal resto del corpo, e per un attimo mi mancò il respiro. Mi resi conto solo dopo che Charlotte si era avventata su di me, tirando i miei capelli.

«Charlotte, smettila!» sentii urlare a Harry.

Mi accasciai a terra, senza avere la forza di reagire, mentre vedevo Harry che tirava via da me Charlotte, mentre lei continuava a scalciare, cercando di inveire su di me. Come potevo non biasimarla? Aveva appena visto quello che doveva essere suo marito baciare un'altra. Non potevo reagire, non volevo, perché in fondo un po' me lo meritavo.

Se quella sera non mi fossi ubriacata, magari non saremmo finiti letto insieme. Se qualche giorno prima io non fossi andata verso di lui all'altare, noi non avremmo ricominciato a parlare, e non saremmo in questa situazione.

Tanti se che però non portavano a niente, perché ormai tutto era accaduto e non si poteva tornare indietro, per quanto tutti lo volessimo.

«Mi dispiace» fu l'unica cosa che riuscii a dire, anche se questo scatenò ancora di più l'ira di Charlotte.

Harry trascinò la sua fidanzata fuori dalla mia camera chiudendosi la porta dietro di sé, non prima però di avermi mimato delle scuse.

Restai sola nella mia stanza a fissare quella porta che si era chiusa davanti a me. Sola, era quella ormai la condizione in cui mi ritrovavo con maggior frequenza.

Non Passerai//H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora