4•

1.2K 47 32
                                        

5:45

Il mio turno notturno si era appena concluso, il paziente che avevo perso durante la notte al pronto soccorso mi aveva scosso, lasciandomi un grande peso addosso le ore successive. Cercavo ancora di darmi mille probabili risposte, ma nessuna riusciva nella mia mente a spiegare il motivo di un atto così osceno.

'Quanta cattiveria poteva esserci in un individuo?'

L'unica cosa che mi risollevava il morale, e che mi permetteva di trascinare i piedi a fatica, era arrivare a casa e buttarmi nel mio letto dopo una lunghissima doccia calda.
Uscii dall'ospedale salutando i colleghi, non avevo la forza di aspettare Nozomi, quindi mi avviai diretta verso le grandi porte scorrevoli, per potermi inebriare dalla brezza mattutina.
Oltrepassata la porta d'ingresso dell'ospedale una folata di vento mi colpì in pieno volto, rifrescandomi completamente, ma soprattutto svegliandomi abbastanza da poter guidare la mia moto e tornare al mio appartamento.
Aprii gli occhi alla ricerca del mio adorato mezzo, ma quello che vidi non era assolutamente una visione piacevole, camminai a grandi falcate verso la moto, mentre prendevo le chiavi dalla mia borsa.

"Cosa vuoi?"

I suoi capelli biondi si muovevano danzando con il vento freddo della mattina, mi guardava sotto i suoi occhiali con un sorriso beffardo. Non era mai venuto a prendermi a lavoro, non era neanche il tipo di fare piaceri pertanto, aveva bisogno di qualcosa.

"Si saluta così il tuo amato è bellissimo fratello,  sorellina?"

Affermò lui alzando le mani, alla ricerca di un abbraccio.
Lo fissai per qualche secondo, per poi avvicinarmi a lui e farmi stringere dalle braccia di mio fratello.

"Qualunque cosa tu voglia, la mia risposta è no"

"Ma non sai neanche cosa voglio chiederti"

"Se lo chiedi tu significa solo una cosa: guai"

Maneggiai le chiavi della moto, per aprire il bauletto e poter indossare il casco, ma veloce come sempre, posò la  sua mano sul coperchio del baule, per non permettermi di procedere con le mie intenzioni, e si appoggiò al sedile della moto.

"Un favore piccolo piccolo"

Unì l'indice e il pollice per indicarmi la piccolezza del favore a cui alludeva.

"Keigo voglio andare a dormire, sono distrutta, non è giornata"

"Keigo voglio andare a dormire, sono distrutta, non è giornata"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Keigo Takami alias Hawks

"Sarai nel tuo letto in meno di un'ora, promesso"

Non feci nemmeno in tempo a rispondere, che mi infilò un cappuccio nero in testa, e mi sollevò da terra. Significava solo una cosa: stavamo volando.

"Keigo mettimi giù.. giuro che ti ammazzo stavolta"

urlai cercando di togliermi il velo che oscurava la mia visione, provai a dimenarmi dalla sua presa ferrea su di me.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora