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Ogni giorno andava meglio, ogni giorno reagiva di più, ma dalle sue ali ancora nessuna risposta, non crescevano, e ciò che ne era rimasto non reagiva, se non al tocco.
Dovetti chiedere un consulto ad altri medici, poiché in quello stato non riuscivo a comprendere se le ferite fossero state fatali per il suo quirk, fortunatamente avevano solo bisogno di tempo e sarebbero tornate con il corso dei giorni.

E fu in quel momento che compresi la regola principale nel mondo della medicina, ovvero che in famiglia non si è mai medici.

Il cielo arancione rilassava la mia mente, e vedere Saisei che correva libero nel parco durante la nostra passeggiata mi rendeva felice, un attimo di felicità dopo giorno pieni di rabbia e dolore, perché prima o poi il sole deve tornare a sorgere, e io mi troverò li ad aspettarlo, senza occhiali da sole, per rimanere abbagliata da tutta la luce che in questi giorni era sparita dalla mia vita.

"Andiamo a casa Saisei"

Mi incamminai verso l'uscita di quel parco dove passeggiavamo ad ogni tramonto, per regalare un po' di svago al mio amico a quattro zampe, ma al richiamo lui non si manifestò.

"Saisei..casa"

Ripetei un'altra volta.
Forse era normale, sarà stato distratto da un odore forte, da un animale o da un bastone, ma gli eventi di questi giorni mi preoccuparono e fecero partire i miei piedi ad una corsa per cercare il mio caro amico, per trovarlo lì in mezzo al prato che scodinzolava stretto nell'abbraccio di Dabi.

I miei piedi si fermarono e il mio corpo si irrigidì, non avrei mai pensato che lo avrei rivisto, o almeno non così presto.

"Per favore, non ucciderlo"

Lo pregai con le lacrime agli occhi, perché non sarei riuscita a sopportare anche la perdita di Saisei, che mi aveva fatto compagnia  diventando il mio migliore amico.

"Credi davvero che io sia capace di fare una cosa del genere?"

Mi chiese come se non si ricordasse di aver ucciso mio zio e aver tentato di uccidere mio fratello.

"Si"

"Mi ferisci così"

Si toccò il cuore come per indicarmi il suo dolore, di cui però non mi importava nulla, non più almeno.

"Cosa credevi? Hai ucciso mio zio, e volevi dare lo stesso destino a mio fratello"

Sputai, o meglio gli ricordai la verità delle sue azioni che forse aveva bisogno di riportare a galla.

"Io ti amo"

Questo è fuori di testa

Non seppi dire con quale coraggio riuscii a pronunciare quelle parole, ma mi venne quasi da ridere.

"E io ti odio"

Era vero, era la la pura verità, il sentimento d'amore verso Dabi era svanito nel nulla, ed era stato sostituto dal puro e immenso odio.

"E se ti dicessi che non sono stato io?"

"E se ti dicessi che non ti credo?"

"Era Toga, il suo quirk le permette di prendere le sembianze e quirk di altri, è stata lei ad uccidere tuo zio"

Non risposi, non sapevo se credergli, perché i ricordi nella mia mente erano vividi e limpidi, la sua mano allungata sulla nuca di mio zio, il suo ultimo sorriso, il suo sguardo d'amore nei miei confronti, le ali bruciate di mio fratello, le ossa rotte per le percosse subite, e il mio cuore spezzato mi ricordarono che non avrei dovuto credergli.

"Mi sono rifiutato di ucciderlo per non ferirti, perché ti amo"

"Avresti dovuto fermarli allora, non fermarti semplicemente pulendoti le mani"

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora