A Doctor for Dabi

43•

Ero appena rientrata a casa.
Era vuota e buia.
Saisei stava alla villa di Keigo, mi sentivo  persa nel non ricevere le sue feste al ritorno.
Mi incoraggiai a rimanere nel mio appartamento spoglio perché a breve sarebbe arrivato Dabi.
Come i vecchi tempi, avremmo parlato mentre cucinavo la nostra cena, e il tutto sarebbe concluso mentre facevamo l'amore.
Era sbagliato continuare a coltivare questo sentimento così forte nei suoi confronti.
Fin dal principio avrei dovuto porre fine a questa storia, ma c'era qualcosa che lui mi dava che mi faceva sentire viva.
Perché dopotutto l'amore va al di le di ogni bene e di ogni male.
Il nostro amore avrebbe vinto anche contro tutti coloro che non credevano in noi.
Mi ammusì seduta ai piedi del mio letto.
Le gambe rimbalzavano sul posto.
Ero in ansia.
Non ne capivo il motivo, non era la prima volta che veniva in casa mia, che entrava dalla finestra.
Eppure, c'era quella piccola parte di me che mi diceva 'non verrà'.
Non volevo crederci.
Lui sarebbe venuto, me lo aveva detto.
Mi alzai per prendere il telecomando e distrarmi da quella voce dentro il mio cuore e la mia testa.
Mi immobilizzai appena il telegiornale si illuminò davanti ai miei.
Ciò che vidi fu un enorme palazzo in fiamme, con persone che scappavano e urlavano.
Neanche la giornalista riusciva a parlare, continuava a piangere e guardare tutto in maniera scioccata.
Non riuscì a capire quale palazzo fosse stato colpito, finché non lèssi i titoli che scorrevano alla base dello schermo.

L'unione dei villain ha attaccato la UA.
63 studenti e 5 professori morti, altri dispersi.

Il telecomando mi cadde dalle mani.
La mia voce aveva ragione.
Lui aveva fatto la sua scelta, e aveva scelto il male, non me.
Il mio telefono vibrò diverse volte prima che compresi che era il momento di rispondere.
Non guardai lo schermo, accettai solo la chiamata.

"Stai guardando?"

"Si"

"Sto aiutando Tanaka a reclutare una squadra di pronto soccorso per aiutare, sarai dei nostri?"

Eizan con la sua voce calma e ansiosa allo stesso tempo, erano come un raggio di sole in un tempesta nera.
Era riuscito a calmare quel panico che aveva creato il destino di Dabi.

"Sto arrivando"

Attaccai e mi alzai subito verso il bagno.
Avevo sempre pronta una borsetta di pronto soccorso se fosse successo qualcosa, e nonostante sapessi che avrei trovato tutto il necessario decisi di portarla comunque.
Uscii di casa così velocemente mentre mi infilavo il casco sulla mia testa.
La moto ruggì e partì.
Lui aveva scelto la strada del male, far sentire la sua voce uccidendo le persone.
Io avevo deciso dj percorrere la mia strada aiutando le stesse persone che lui voleva uccidere.
Lui era il male, e io il bene.
Avrei provato a salvarlo?
Avrei dato la mia vita pur di aiutarlo.

Arrivai con il vento che mj scorreva per i capelli, mentre il fumo diventava sempre più intenso.
Le urla riempivano le mie orecchie.
Posai il casco e corsi verso il gruppo di medici riconoscibili grazie al loro camice blu e verde.

"Eizan"

Urlai ad alta voce.
Li voltai a destra e sinistra alla sua ricerca.

E se gli fosse successo qualcosa?
Per favore..Dabi.. se gli fai del male non posso perdonartelo

Fu allora che lo vidi.
Eizan era accovacciato a terra mentre cercava di rianimare uno degli studenti colpiti dal fumo.
Aveva forse tutti i polmoni ostruiti e respirare era impossibili.
Osservai come cercò di intubarlo.
Una folata di vento mosse i miei capelli, spostando anche la nube di fino che lo avvolgeva.
Una mano era in direzione di Eizan.
Ferma e impenetrabile.
Scorsi la mano, seguì il suo braccio e poi lo vidi davanti ai miei occhi.
Dabi aveva l'arto destro alzato in direzione della testa di Eizan, l'unica persona che aveva dato un po' di luce nella mia vita.