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Il suo quirk aveva perso il controllo, o era lui ad essere impazzito.
Le sue urla si mescolavano co quelle dei civili feriti e spaventati.
Mi sembrava di esser finita in un film horror. Mi guardai intorno per cercare Eizan, mail fumo oscurava la mia vista, sentire però la mano di Dabi stringere la mia tremolante, mi faceva sentire in un certo senso sicura, quasi.
Un boato creato da un'esplosione di deterioramento ci fece sbalzare lontani e distanti. E quel contatto che calmava i battiti del mio cuore non esisteva più.
L'impatto del mio corpo sull'asfalto fu inevitabile. Sentivo ogni muscolo e osso diventare debole come se devesse sgretolarsi. La testa era pesante e la mia vista era offuscata.

"Stai bene?"

Quella voce, che continuava a ripetere più volta la stessa domanda, ero sicura di conoscerla. Non riuscivo a mettere a fuoco, mi sembrava come se avessi perso i miei occhiali da vista.

"stai perdendo sangue dalla testa"

Sentì una pressione dietro la nuca, creata dalla sua forza.
Respira, fai lenti e profondi respiri.

"Papà è ferita"

Non era un medico, quindi avrei dovuto aiutarlo io.

"Controlla le mie pupille, se sono reattive"

"Come?"

"Punta una luce sui miei occhi e muovila"

Fece esattamente come gli ordinai. La luce mi diede fastidio ma questo aiutò in un certo senso la mia vista a reagire.

"La parte bianca e nera diventa più grande e poi piccola"

Avevo sicuramente avuto un trauma cranico, ma adesso non era quello l'importante. Dovevo trovare Dabi, ed evitare che facesse qualcosa di cui poi si sarebbe pentito.
Nell'istante in cui la mia mente pensò al ragazzo che mi aveva rubato il cuore, la mia vista tornò anche se i miei occhi facevano ancora fatica.

"Shoto"

Il fratello minore di Dabi e Natsuo, il figlio d Endeavour, era di fronte a me, mentre teneva ancora premuto qualcosa sulla ferita che avevo in testa.

"Oddio ci vedi"

Suo padre era accanto a lui e sospirò alle mie parole. Mi prese il volto e mi sorrise.

"Levale le mani di dosso pezzo di merda"

Lo avrei riconosciuto senza vedere o sentire, mi bastava avere la sua presenza vicino a me. Il mio corpo si elettrizzava e il mio cuore perdeva diversi battiti, e il respiro aumentava.

I due Todoroki si allontanarono da me, alzando le mani vicino la loro testa.

"Sei davvero tu, Touya?"

Dabi iniziò a ridere, una di quelle risate che pensi di sentire solo nei film, di quelle malvagie e che credi siano finte.
Forse fu quello a farmi capire, che per quanto lui mi amasse, e volesse stare al mio fianco, la sua anima era accecata dall'odio.
Mise una mano in tasca, estrasse una bottiglietta che rovesciò direttamente sui suoi capelli corvini.
Quel colore tenebroso, che mi aveva fatta innamorare di lui, non esisteva più, era stato sostituito da un colore bianco come la neve.

"Ciao paparino del cazzo"

Le sue mani si infuocarono, e il caldo rovente mi avvolse. Tremai. Avevo paura, non di Shigaraki ma di Dabi. Mi accovacciai a terra, coprendo le orecchie e serrando gli occhi. Non volevo più sentire la sua voce da psicopatico, e non volevo vederlo mentre avrebbe ucciso la sua stessa famiglia. Avrei potuto fermarlo, è vero. Ogni tentativo però sarebbe stato invano.

"Guarda, guarda come stai facendo scappare da te l'unica persona che ti ami"

Shoto cercò di fargli notare come fossi spaventata dalle sue azioni e paroles
Lo amavo, ma ero terrorizzata da lui come se fosse un serial killer di un film dell'orrore. C'era una verità in quel mio pensiero, lui era un assassino.
Il suo fuoco cessò. e la sua figura si avvicinò a me, abbassandosi alla mia stessa altezza. E fu come se il mondo andasse a rallentatore in quel momento, la sua mano provò a sfiorarmi. La mano di chi sarebbe stato in grado di uccidere il proprio fratello innocente, il proprio padre.
Mi scansai di scatto, con un movimento incontrollato.
Non realizzai il mio gesto finché non vidi i suoi occhi riempiersi di lacrime. Mi aveva persa, e lo sapeva. Rimase fermo a guardarmi, ad osservare come io, l'unica donna che abbia mai provato a salvarlo, ora era in lacrime e spaventata di fronte a lui.
Più volte all'inizio di questa storia mi ero detto che era sbagliato, e come dice il detto, devi sbatterci la testa.
Non avevo mai capito fino a dove sarebbe stato in grado di arrivare, fino a quel giorno.
Lo amavo talmente tanto da avere paura quasi più di me stessa che di lui. Avrei fatto carte false pur di proteggerlo, e lui? avrebbe rinunciato alla sua vendetta per me? Non sapevo cosa mi avrebbe risposto se glielo avessi chiesto, ma per la prima volta la mia mente e il mio cuore urlavano una parola sola: NO.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora