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"Che cazzo hai fatto"

"Non avevo altra scelta, stavi mordendo"

Sentivo le palpebre pesanti e la stanchezza addosso non mi permetteva di alzarmi.
Volevo continuare a riposare.
Sfortunatamente i dolori alla schiena dovuti al modo in cui mi ero poggiata al divano su cui era steso Dabi, e le voci di sottofondo, non aiutavano a conciliare il mio sonno.

"Ti avevo detto di non chiamarla"

Una mano mi spostò i capelli, come una leggera brezza marina in una giornata afosa.
Un contatto delicato e dolce.
Una carezza.

"Ma smettila..sei contento che l'abbia fatto"

Quelle dita ora tracciavano la linea del mio mento.
Mi sentivo un intrusa ad origliare la conversazione che stava avvenendo.
Conversazione.

Oh merda

Solo dopo aver capito che due voci maschili stessero parlando.
Realizzai che tutta la fatica che avevo fatto per salvare Dabi non era stata vana.
Si era svegliato.

"Io non vado bene per lei"

Quella frase scatenò dell'ora dentro di me.
Lui aveva deciso di non far parte del mio futuro.
Lui e mio fratello.
Nessuno però aveva interpellato me!

"Questo lo hai deciso tu?"

Non stetti più in silenzio.
Era ora di far valere il mio volere.
In questa relazione esistevo anche io, non solo Dabi.
Alzai la testa, aprii gli occhi e lo fissai.
Aveva le occhiaie e la pelle era ancora leggermente pallida.
I capelli cadevano sulla sua fronte per via del sudore scatenato dalla febbre alta.
Spostai lo sguardo e allungai le mani verso le ferite che avevo disinfettato.
Osservai la flebo e ne presi un'altra.

Non appena tornai a fissare Dabi ancora disteso sul divano, Mr Compress se ne andò dalla stanza.

"Sì, l'ho deciso io"

Se avessi potuto gli avrei tirato una bottiglia in testa per farlo ragionare.
Avevo faticato tanto per salvargli la vita, e di certo non avrei fatto marcia indietro per un po' di rabbia.

"Non sei tu che decidi della mia vita"

Il suo volto iniziò ad osservare le pareti grigie e spoglie intorno a noi, senza prestare alcuna attenzione.

"Non c'è nulla di cui parlare, tra noi è finita"

"Davvero? Non l'avrei mai detto dal modo in cui mi hai accarezzato poco fa"

La sua mascella divenne più contratta.
Avevo colto nel segno.
Aveva mostrato della dolcezza e premura nei miei confronti, non di un semplice amico.

"Sono io che decido chi può far parte della mia vita e chi no"

"E io decido chi può far parte della mia"

I miei occhi erano di fuoco ma allo stesso tempo si stavano riempiendo di lacrime.
Mi stava letteralmente cacciando dalla sua vita, come una porta sbattuta in pieno volto.

"È realmente questo quello che vuoi?"

Silenzio.
Mi sembrava interminabile, eppure era passato solo qualche secondo dal momento che gli avevo posto quella domanda.
Mi guardò e incatenò i suoi occhi nei miei.

"Hai capito finalmente, ora sparisci"

Il mio cuore era nello stesso stato della scarpetta di cenerentola appena caduta, andata in brandelli.
Aveva fatto anche il medesimo rumore.
La verità era un'altra, non aveva distrutto la scarpetta ma me stessa.

Mi girai senza degnarlo più di uno sguardo.
Il mio cuore non batteva più.
Mi sembrava come se il sangue avesse smesso di circolare lungo il mio corpo.
Camminai a passo svelto verso la porta che mi avrebbe liberato da quell'incubo.
Volevo solo uscire da quelle quattro mura.
Volevo urlare e piangere.
Gridare al mondo intero che l'amore faceva schifo.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora