Stavo camminando per i corridoi della UA, dopo che Shota mi aveva chiesto di passare da lui.
Il giorno prima non eravamo riusciti a vederci a colpa di un'emergenza in ospedale, che mi aveva costretta a tornare a lavoro.
La stanchezza si faceva sentire. La testa era pensate e le palpebre desideravano chiudersi. I piedi camminavano da soli e a fatica.
Il mio cervello spingeva ogni muscolo del mio corpo grazie al cornetto che avevo mangiato nemmeno una mezz'ora prima.
Bussai al vetro freddo dell'aula.
Silenzio.
Afferrai la maniglia e provai ad aprire la porta.
Gli studenti di Shota non erano presenti. I banchi erano vuoti, pieni di quaderni e astucci semi aperti.
L'odore di merende e pubertà primeggiava in quelle quattro mura.
Camminai dentro quel mondo ormai passato finché non intruppai contro qualcosa, o meglio qualcuno.
Abbassai lo sguardo e vidi Shota nel suo sacco a pelo."Che stai facendo?"
Risi.
Cercai di nascondere il sorriso che mi era spuntato sul volto con la mano."Vieni qua e accosta la porta"
Feci come mi ordinò.
Chiusi la porta a chiave, e lo raggiunsi nel suo rifugio caldo.
Sentii i miei muscoli rilassarsi e le palpebre chiudersi.
Gli diedi un bacio leggero e poi mi voltai per accomodarmi meglio in quel minuscolo spazio."Sei distrutta"
Mugugnai in consenso.
La sua mano mi accarezzò la testa, toccandomi i capelli con delicatezza.
Sorrisi alle sue premure.
La sua mano scese sulle mie spalle per tracciare linee invedibili sulla mia pelle, accompagnate da brividi, che si trasformarono in eccitazione appena mi accarezzò le gambe scoperte dalla gonna.
Non osò toccarmi nel mio punto sensibile, ma ci girava intorno come per chiedere il consenso.
Lasciai andare all'indietro la mia testa sul suo petto.
Desideravo di più, volevo che lui mi toccasse, mi facesse impazzire."Amore non fare il timido"
Lo stuzzicai.
Mi morse giocosamente la spalla, provocando una nostra risata.
E poi, senza alcun preavviso, ma con tanta attesa, la sua mano toccò il mio punto più sensibile.
Sospirai.
Serrai la bocca per paura che qualcuno avrebbe potuto sentirci.
La sua mano si staccò per diversi secondi. A quella mancanza di contatto mi lamentai rumorosamente.
Ne era valsa la pena aspettare.
Entrò dentro di me, con dolcezza ma prepotenza.
Le sue spente erano delicate ma intense.
Mi aggrappai al suo sacco a pelo con una mano, mentre con l'altra mi tappavo la bocca per evitare che l'intera scuola scoprisse ciò che stava accadendo in quell'aula.
La sua mano iniziò a toccare il mio punto sensibile, le sue carezze e le sue spinte non mi lasciarono molto tempo.
Il mio culmine arrivò in breve tempo.
Le sue labbra si adagiarono sul mio collo, percorrendo baci umidi.
I suoi capelli mi solleticarono le guance e i suoi gemiti come un sussurro mi riempivano la testa di piacere.
Raggiunse anche lui il culmine dentro di me.
Mi strinse in un abbraccio, mentre gli stringevo la mano."Odio dormire da solo"
L'arrivo di Dabi mi aveva scombussolata, era vero.
Lo avevo dichiarato apertamente nella lettera che gli avevo scritto.
Una parte del mio cuore apparterrà per sempre a lui.
In questo momento, e nel mio futuro, però, vedevo Shota Aizawa al mio fianco.
E quella visione mi rendeva felice."Ti amo"
Lo dissi.
Spalancai gli occhi. Credevo di averlo solo pensato invece no, lo avevo detto ad alta voce.
Mi afferrò dalle spalle, per far voltare il mio corpo.
Non mi opposi alla sua forza, finché non mi ritrovai davanti ai suoi occhi scuri.
Occhi neri ma intensi e pieni di amore, che trasmettevano sicurezza e felicità."Ti amo"
Lo guardai sorpresa.
Credevo di essere l'unica a provare questo sentimento, invece, mi sbagliavo.
Non potei fare a meno di trattenere il sorriso che mi nacque sul viso.
Afferrai il suo volto e lo baciai con passione.
Le nostre labbra erano unite in una danza lenta.

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A Doctor for Dabi
FanfictionUn eroe sacrificherebbe la sua amata per salvare il resto della popolazione, dimostrando che lui ha davvero un cuore puro. Il villain che sembra un manipolatore ed un'egoista con chiunque gli è vicino, invece, sacrificherebbe il mondo per salvare l...