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Stavo a casa ad aspettare l'arrivo di Nozomi, l'avevo chiamata sotto shock dopo che mio fratello mi aveva rivelato che nostro padre era uscito di prigione.

Quel figlio di puttana era a piede libero ora, avrebbe potuto derubare o peggio uccidere chissà quante altre persone, avrebbe perfino potuto uccidere i suoi stessi figli.

Saisei aveva il suo muso poggiato sulla mia gamba cercando di calmare l'ansia che percorreva ogni centimetro del mio corpo, ma nonostante la tisana rilassante e le carezze su cui provavo a concentrarmi non riuscivo proprio a distrarmi dall'immagine di mio padre con una cinghia in mano, che veniva verso di me.

Il campanello suonò cancellando per un po' il suo riflesso nei miei occhi, per poter dare spazio all'immagine della mia amica dai folti capelli rosa, ancora umidi, che entrava con un sorriso preoccupato dentro casa.
Le sue braccia e il suo profumo di margherite mi inebriò la mente, calmandomi per un po', con il suo calore.

"Andrà tutto bene vedrai, adesso tuo fratello è un hero..non gli conviene avvicinarsi a voi due"

Annuì perché dopotutto aveva ragione ma la paura che potesse comunque vendicarsi di Keigo per non averlo aiutato, e di me perché ero inutile, echeggiava e cresceva in me, e farla tornare quella piccola briciola che era un tempo, era difficile.

"Potresti avere ragione, come non"

La osservai togliersi il suo cappotto viola mentre lo lasciava penzolare all' attaccapanni all'ingresso di casa, per poi raggiungi sul divano mentre ero tornata a coccolare il pelosone di casa.

"Non essere pessimista, non vi lasceremo mai soli"

"No, assolutamente, se dovesse farsi vivo non voglio mettervi nei casini"

Scossi la testa, e negai con le mani, cercando di farle capire in tutti i modi che ciò che aveva pensato non si sarebbe mai avverato, non avremmo mai chiesto il suo aiuto.

"Io lo farei per te"

"Lo so bene, ma lui non si farebbe scrupoli a fare del male anche a te"

La vidi come non rispose perché in fin dei conti sapeva che nelle mie fredde parole c'era tanta verità, conosceva il mio passato e di conseguenza tutte le azioni di quell'uomo.

"Vai a casa di Natsuo, voglio dire, dopotutto suo padre è l'hero n.1, chi meglio di lui può proteggerti?"

"Non gli chiederei mai una cosa del genere"

"Io credo che lo farebbe con piacere"

Mi alzai dal divano, consapevole io, che adesso era lei a dire la verità nelle sue parole.
Natsuo era una persona buona, e mi avrebbe aiutato senza batter ciglia se avessi solo provato a chiederglielo, ma era comunque un rischio, a cui avrei sottoposto lui e tutta la sua famiglia.

"Vado in bagno"

Mi allontanai per andare a rinfrescarmi il viso.
Osservai allo specchio il mio riflesso, il pallore del mio viso si era reso più evidente dopo la notizia, e le occhiaie sotto gli occhi era diventate più scure.
Avevo bisogno di dormire, svuotare la mente e riposarmi.
Aprii il rubinetto del viso e dopo aver immerso le mie mani nell'acqua fresca, le tamponai sulle mie gote e sul collo.
La freschezza dell'acqua con l'aria mi calmarono di un poco, e con il ritmo del mio cuore più lento tornai in salone dalla mia amica.

"Che significa?"

Nozomi era in piedi davanti al divano, che mi mostrava il mio telefono, da cui potei osservare una foto di Dabi, mentre lei mi m guardava con aria furiosa.
Non sapevo cosa dirle, come avrei dovuto spiegare la presenza di un criminale sul mio telefono.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora