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Dabi's pov

Non avevo ancora avuto la possibilità di parlarle, di chiederle di suo fratello ma soprattutto perché non mi avesse mai detto che suo lui era un Hero, e non uno qualunque ma il prossimo, sulla mia lista, che avrei dovuto uccidere.

"Cazzo"

Scaraventai a terra la sedia di legno che intralciava il mio cammino nel piccolo salone di quell'appartamento buio in cui vivevo, da cui entrava solo una flebile luce dell'alba ad illuminare la stanza spoglia dall'arredamento e cupa come il mio animo interiore.

Hawks, l'Hero che stava cercando di entrare nell'unione dei Villain, era il fratello di Sakura, e proprio la loro parentela confermavano i dubbi che avevano sempre ostacolato la sua ascesa all'unione: lui era una spia, il che significava solo una cosa, doveva morire.

"Porca puttana"

Continuavo ad imprecare, perché per la prima volta sentivo nel profondo di esser cambiato, il vecchio me, il vecchio Dabi non si sarebbe fatto alcun problema ad uccidere il fratello della donna che amava, ma il Dabi che ero oggi non mi permetteva di uccidere una persona così importante per la mia Sakura, le era rimasto solo lui della sua famiglia, con quale coraggio avrebbe continuato a guardarmi negli occhi se avessi fatto una cosa del genere?

Una lacrima di sangue mi scivolò sul volto, facendomi comprendere quanto i sentimenti per quella dottoressa mi stessero cambiando e rendendo più umano, credevo che non esistesse più quella parte di me, invece era ancora lì, in attesa che qualcuno la facesse riemergere, e forse anche se non volevo ammetterlo a me stesso, sapevo che era uno dei motivi per la quale l'amavo, il suo sorriso mi dava speranza e le sue carezze fiducia, sentimenti che nessuno era stato in grado di darmi, e che credevo di non meritare.

Nonostante questo, sentivo di non essere l'uomo adatto a lei, non l'avrei mai resa felice, non saremmo mai potuti girare mano nella mano sotto i raggi del sole che le avrebbero illuminato il viso, non avrei mai potuto farle una vita amorosa degna di esser ricordata.
Forse il modo migliore per far sì che lei si liberasse di me è che io muoia, in questo modo entrambi saremo liberi dall'oscurità che ci sta incatenando.

Ci avevo provato una volta con il mio stesso quirk, ma non era servito a niente, l'unico modo era farlo come lo avrebbe fatto un semplice umano.
Mi incamminai a passo lento verso la mia cucina, inutile poiché priva di cibo, e appena ci entrati dentro mi ricordai dell'unica volta che venne usata, e fu da Sakura, semplicemente per prepararsi del te caldo.
Aprii il cassetto pieno di utensili mai usati, afferrai un coltello un po' arrugginito, e puntai la sua punta verso la mia gola, con un taglio netto sarei morto più velocemente e indolore.
Sentii la punta della lama spingere e creare una pressione al centro del mio collo, e nonostante il mio corpo urlasse dal dolore e pregasse di fermarmi la mia mente fissava il volto di Sakura.

"Per te amore mio"
























Il telefono squillò nel silenzio del mio dolore, cercai di ignorarli ma gli squilli non cessavano, lo afferrai per attaccare sicuramente ad uno dei membri dell'Unione, ma appena lèssi il nome di Sakura il coltello cadde a terra, rimbalzando ed echeggiando il suono stridulo in quelle quattro mura.

Mi aveva salvato, di nuovo

"Piccola"

Le risposi senza pensarci, allontanandomi dall'arma con la quale mi stavo per togliere la vita, credendo che quella fosse la soluzione per la sua felicità, ma solo quando sentii la sua voce stanca per il lavoro, mi resi conto che in realtà quella mia scelta l'avrebbe distrutta.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora