2.0 finale alternativo

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tre anni dopo

Avevo appena smontato, e il mio stomaco mi supplicava di mangiare qualcosa. Ero a digiuno dalla colazione fatta all'alba quella mattina, poiché con tutto il lavoro in ospedale non ero riuscita a fermarmi neanche un secondo.
Dall'ultima battaglia la mia vita era cambiata sotto ogni aspetto, come la mia moto che era andata a fuoco una settimana prima.
I sedili dell'autobus mi facevano sperare sempre di più che il meccanico sarebbe riuscito a sistemare il tutto in poco tempo. Una speranza persa.
Scorsi tra le note del mio telefono, per eliminare elementi inutili, quando ritrovai quella lettera. Non l'avevo più letta da quando gliela avevo inviata.

Caro Dabi,

Perdonami se ti scrivo questa lettera, ma sono una codarda.
Ho paura che se dovessi guardarti oltre quelle sbarre che ti tengono lontano da me, crollerei.
Sono una vigliacca perché ti sto lasciando andare con queste parole scritte su carta bianca, perché so che se dovessi lasciarti a voce, non riuscirei mai a farlo.
Ho saputo che tuo padre ha combattuto per tirarti fuori dalla prigione, ma le azioni che avevi svolto in tutti questi anni erano troppo gravi per esser coperte da un solo gesto buono. Mi dispiace che ora tu sia costretto a passare il resto della tua vita richiuso in una cella.
Però ti ringrazio per aver aiutato gli hero contro Shigaraki, ma non posso nascondere che vedere te all'inizio della battaglia, uccidere bambini e persone innocenti, mi ha fatto capire molte cose.
Ho provato ad aiutarti, a far uscire quel buono che c'era in te, ma non mi hai mai ascoltato. Spero che tu riesca a trovare quella parte luminosa del tuo cuore che io stessa avevo trovato.
Mi addolora scriverti queste parole, abbandonarti in luogo freddo e da solo, ma non posso sopportare di guardarti negli occhi e vedere le urla delle persone che hai bruciato vive. Anime che io stessa ho cercato di salvare e aiutare durante la loro sofferenza, invano.
Dabi il mio cuore sarà per sempre un po' tuo. Al tempo stesso, hai disintegrato l'altra parte con il tuo amore, la tua gelosia e la tua sete di vendetta. Ora però ho bisogno di prendermi cura di me, e di ciò che resta del mio cuore, di capire cosa voglio nella mia vita perché tu non ne farai più parte, ne ora, ne mai più.
Perdonami.

Con tristezza

Sakura

Cliccai senza pensarci quel cestino per eliminare definitivamente ogni sua traccia dalla mia vita.
Ero andata avanti. Ero felice ora. I primi mesi senza di lui, erano stati i più difficili. Mi mancava come l'acqua manca nel deserto, ma avevo paura di ritrovarmi davanti le espressioni sofferenti delle persone morte, dalla sua mano priva di pietà.
Alzai lo sguardo al cielo, su quel finestrino sporco. Sospirai. La mia vita ora scorreva serena, ogni tassello era andato al suo posto.
Il telefono mi vibrò tra le mani. Risposi senza guardare lo schermo.

"Pronto?"

"Amore stai andando dai Todoroki?"

La sua voce calda e bassa mi riscaldava il cuore. Credevo che Eizan sarebbe stato l'uomo della mia vita, ma quando aveva scoperto che avevo avuto una relazione con un assassino aveva smesso di parlarmi, finché poi non aveva deciso di trasfersi.
In quell'istante avevo deciso che l'amore non avrebbe più fatto parte della mia vita, finché Shoto e Midoryia non mi avevano proposto di insegnare primo soccorso alla UA.
Il suo incontro era stato un caso, dovuto alla mia sbadataggine.

Stavo scendendo una lunga scalinata di un quartiere vicino alla scuola, quando sono inciampata sui miei piedi.
In quel secondo ho visto la mia faccia spiaccicata sugli scalini. Invece lui era dietro di me.

"Sta bene?"

Ero rimasta in silenzio per lo spavento. Osservai i suoi occhi scuri fissarmi. La bellezza non era la prima cosa che notavi in lui. Fu suo senso di sicurezza e protezione che riusciva a trasmettermi che mi tranquillizzò.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora