Un eroe sacrificherebbe la sua amata per salvare il resto della popolazione, dimostrando che lui ha davvero un cuore puro.
Il villain che sembra un manipolatore ed un'egoista con chiunque gli è vicino, invece, sacrificherebbe il mondo per salvare l...
Quella mattina mi sarei dovuta incontrare con Natsuo per un caffè, ma dal momento che avevo messo piede in ospedale le urgenze non avevano smesso di arrivare. Tolsi la cuffietta dopo aver concluso la rimozione di un aneurisma al cervello di un giovane ragazzo. L'intervento era stato semplice ma lungo, e la stanchezza sulle gambe iniziava a farsi sentire. Presi il telefono per chiamare Natsuo. La scorsa sera appena avevo letto il suo messaggio ero rimasta a guardare lo schermo, fissandolo per diversi istanti. Ciò che aveva da dirmi mi spaventava. Poteva essergli accaduto qualcosa, oppure poteva esser morto. Lo avevo lasciato io, ma il solo pensiero che potesse essergli successo qualcosa mi metteva uno stato d'ansia addosso.Sospirai al telefono mentre sentivo gli squilli suonare a vuoto. Andai nello spogliatoio per cambiarmi e forse fu in quel momento che decisi che sarei andata all'agenzia di Endevour per parlargli. Avevo bisogno di mettere un punto a quel messaggio.
Un'ora dopo
Il tutto accadde molto rapidamente. Non mi ero neanche resa conto di esser entrata dalle grandi vetrate scorrevoli.
"Natsuo eccoti finalmente"
Buttai con noncuranza la borsa ai miei piedi.
"Cosa ci fai tu qui?"
"Sei serio? Sei stato tu a dirmi che dovevamo as-so-lu-ta-men-te parlare di..bhe lo sai"
Volteggiai in aria le mani. Si portò le sue al volto con fare affranto e sospirò.
"Non qui, non ora.. cazzo"
Il suo viso era rivolto verso tutte la altre persone che ci camminavano intorno, senza prestare attenzione a me.
"Wow, tu che imprechi, si può sapere che succede?"
Natsuo mi guardò con i suoi occhioni, in lui c'era paura e tristezza, e questi sentimenti mi stavano mandando sempre più in confusione.
"Non doveva accadere ora che sei felice"
"Natsuo mi sta spaventando"
Una folata di vento mosse la mia coda scapigliata dal lavoro, e il vestito che lasciava nude le mie gambe mi solleticò la pelle. Sentì lo scricchiolare della porta a vetri, che si apriva alle mie spalle.
"Sei stato bravo, ma hai ancora tanta strada da fare figliolo"
Mi voltai verso la voce di Endevour. Sentirlo complimentarsi con Shoto era raro, ma dopo gli ultimi tre anni era stato più presente come padre e insegnante. Quando guardai la scena davanti a me, sentì le mie gambe diventare di gelatina. Il mio corpo si inizio a disidratare per lo shock. Davanti ai miei occhi c'era Endevour, sorridente, che dava pacche alla spalla di Dabi, con i suoi capelli bianchi. Lui era davanti a me, indossava dei semplici jeans e una maglietta chiara a maniche corte, noncurante delle cicatrici sulle sue braccia. Era dimagrito, e i suoi muscoli non erano più come una volta. Aveva l'aria stanca ma era sorridente.
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