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Da quando dissi quelle parole, Dabi era rimasto a tenermi tra le sue braccia per qualche altro minuto e poi se ne era andato dall'altra parte della casa, lasciandomi sola nel mezzo della camera da letto, ancora scossa.
Mi cambiai velocemente, infilandomi il pigiama caldo, e sistemai i capelli.
Quando andai in cucina lo ritrovai seduto su una sedia di fronte al bancone con il suo telefono in mano, non mi aveva degnato di uno sguardo, mi stava volontariamente ignorando.
Aprii la dispensa per preparare del riso, presi le uova dal frigorifero e infine il prosciutto tagliato a tocchetti.
Un riso alla cantonese un po' rivisitato, ma ero troppo stanca per renderlo come quello tradizionale.
Non sapevo quali fossero le sue intenzioni, se volesse continuare ad ignorarmi, oppure volesse andare via o anche mangiare con me.
Nel dubbio preparai la cena per due.
Iniziai con la preparazione del riso a vapore, e poi passai alla frittata di uova, finché la sua voce non ruppe il silenzio.

"Spiegami Sakura..perché non sarei una brava persona?"

Ma che domanda del cazzo è?

"Non ti ho mai detto di chiamarmi per nome"

Puntualizzai appena realizzai come mi aveva chiamata, e riposi alla sua domanda appena mi resi conto che non avrebbe detto nulla a riguardo.

"Se fai del male alle persone, intenzionalmente, non puoi di certo essere una brava persona"

Affermai concentrata a preparare la frittata, che si stava piano piano distruggendo davanti ai miei occhi.

"E se fosse la società a costringerti a fare azioni orribili?"

"Come può la società costringerti a f.."

Non riuscì a concludere la frase che la sua mano sbatté sul bancone della cucina, facendo rimbombare il suono nella casa.

"Certo tu hai sempre vissuto in una famiglia felice, dove venivi sempre coccolata e amata da tutti, che cazzo ne puoi sapere"

Sputò lui con rabbia.

"Keigo vattene in camera tua, tua sorella deve imparare le buone maniere"

Il mio labbro inferiore tremava, avevo tagli sanguinanti su tutta la schiena, tremavo con le ginocchia al petto, rannicchiata ad un angolo della stanza buia in cui mio padre mi aveva portato.
Keigo si avvicinò a lui, aggrappandosi al suo braccio, per cercare di fermare la tortura che mi stava facendo.

"Papà fermati ti prego"

I suoi occhi dorati si riempirono di lacrime non riuscendo a proteggere me, sua sorella minore.
Una spinta con il braccio, e mio fratello maggiore finì a terra. Un calcio dritto sulla pancia.
Questa era la sua punizione per essersi intromesso.
Poi lo sguardo di papà tornò sul mio esile corpo, sbatté la cinta con cui mi stava picchiando sulla sua mano.

"Torniamo a noi bambina mia"

Certo, in un mondo rose e fiori, dove venivo solo amata e coccolata. Sentii la rabbia salirmi su il petto, volevo attivare il mio quirk.
Mi ricordavo che la mia unica via di fuga era il mio quirk, con il quale riuscivo ad estraniarmi da quel mondo tortuoso, creando animali attraverso ombre nere, che rappresentavano la mia immaginazione. Mi ero creata una piccola fenice, chiamata Funny, che mi aiutava in situazioni difficili, potevo parlarle con lei, e sfogarmi come da bambina.
E in questo momento avrei tanto voluto chiamarla, averla vicino a me.
Ma non lo feci, avrei dovuto affrontare questa conversazione da sola, come una persona adulta.

"Mi sarebbe piaciuto vivere in un mondo del genere, ma mio padre.."

Non finii la frase, non perché mi facesse piangere, ma bensì non volevo raccontare cosa avevo subito, cosa io e mio fratello avevamo subito.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora