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Ero chiusa dentro al bagno dell'ospedale mentre aspettavo con i pantaloni calati Nozomi.
Sentì la porta aprirsi rumorosamente per poi sbattere.

"Lo hai portato?"

Le domandai mentre i suoi passi si avvicinavano a me.

"Eccolo"

Osservai la sua mano passare sotto la porta per passarmi la scatoletta che stavo aspettando.

"Sbrigati a fare pipì su quel coso, voglio sapere se diventerò zia"

"Zitta o mi deconcentri"

Cercai di rilassare i miei muscoli e iniziare a fare la pipì sullo stick.
Le mani e le gambe mi tremavano.
Lo volevo così tanto.
Mi sistemai per poi uscire e dare lo stick asciutto alla mia migliore amica.

"Guarda tu quando è pronto, io non ce la faccio"

Nozomi prese il bastoncino dalle mie mani per poi sedersi sul lavello del bagno, e aspettarne l'esito.

"Che tentativo è questo?"

"Il terzo"

Continuavo a fare avanti e indietro per il bagno mentre le mani sudavano.
Il ciclo mi sarebbe dovuto arrivare quattro giorni fa, ma di lui ancora nessuna traccia.
Mi ero detta di aspettare il quinto giorno, ma non riuscivo ad attendere ancora.

"Mi dispiace"

La voce di Nozomi interruppe quel silenzio che circondava la mia aura ansiosa. Alzai le spalle con la speranza che non si accorgesse della mia delusione.
Non è il momento.
Abbiamo deciso di provarci, senza alcuna pretesa.
Il mio cerca persone squillò un codice giallo in pronto soccorso.
Salutai Nozomi con un semplice gesto di mano e me ne andai.
Non aveva bisogno di spiegazioni, aveva compreso la mia tristezza e parlarne non portava nulla.
Camminai a passo svelto per il corridoio azzurrino dell'ospedale.

"Sakura eccoti"

"Natsuo mi hai chiamato tu?"

Mi avvicinai a lui con il sorriso sul viso.

"Lo so che l'ospedale è pieno di neurologi, ma credevo sarebbe stato meglio se a visitarlo fossi stata tu"

Non compresi le sue parole finché non spostai la tenda di stoffa, che ricordava vagamente quelle delle docce.
Davanti a me si palesò un Dabi che si teneva un panno sulla testa, sdraiato sul lettino.
La sua maglietta era sporca di sangue e i suoi occhi semichiusi dal dolore.
Rimasi in silenzio, per la seconda volta in quella giornata, a guardare la sua figura che mi osservava.
L'unico rumore ad interrompere quel momento fu il cerca persone di Natsuo.

"Vai, ci penso io qui"

Corse via richiudendo alle spalle la tenda, mentre io afferravo la cartella clinica del paziente.
Si, forse è meglio chiamarlo paziente e dargli del lei. sicuramente più professionale.

"Sakura"

Ignorai il suo tentativo di instaurare un contatto con me. Mi avvicinai alla sua testa. Spostai con delicatezza il panno che bloccava il sangue sulla ferita.
La pressione era stata così forte da bloccar la fuoriuscita del liquido rosso .
Aveva bisogno di qualche punto, e per una maggiore sicurezza gli avrei prescritto una tac.
La sua mano toccò la mia con una carezza così flebile, come se avesse paura, come se potessi scomparire dal un momento all'altro.

"Bambolina"

Un brivido mi percorse la schiena e come se al suono di quel nomignolo tutti i momenti più belli trascorsi con lui mi passarono davanti agli occhi, con un po' di nostalgia.

"Dottoressa Matsumoto"

Lo corressi.

"Dottoressa, mi dispiace incontrarti così, ma era l'unico modo per vederti"

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora