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3:57 a.m

Mancavano due ore  e mezza alla fine del turno notturno, stavo camminando al fianco di Natsuo mentre sbadigliava, e tenevo tra mani la mia solita tazza grande di caffè caldo.

"Sicuro di non volerne un sorso?"

Gli chiesi avvicinandola al suo naso, per deliziarlo dell'aroma alla caffeina.
Con ancora la mano a coprirsi la bocca, lo prese e bevve.

"Sono distrutto.. ho fatto un intervento di cinque ore"

Gl diedi una pacca alla sua spalla consolandolo dalla stanchezza della notte.

"Quindi.."

Aprii il discorso titubante, tenendosi ancora fra le mani la tazza di cartoncino contenente la mia dose di caffeina notturna.

"Quindi ti stai frequentando con qualcuno"

Mi chiese indicando il suo collo, come per ricordarmi del succhiotto che mi aveva fatto Dabi, e che era quasi scomparso ma ancora visibile se non lo avessi coperto con il correttore prima di uscire di casa.
Non sapevo come rispondere, perché effettivamente tra noi due non c'era alcuna frequentazione, ci punzecchiavamo a vicenda, ma sapevo anche io che desideravo fosse così.
Ero anche consapevole che non avevo bisogno di mentire a Natuso, e soprattutto dovevo iniziare ad accettare i sentimenti che stavo iniziando a provare per quel ragazzo.

"Non lo so sinceramente"

Dissi abbassando la testa, e guardando i miei piedi freddi coperti solo dalle scarpe mediche bianche aperte e dai miei piccoli calzini.

"Tu vorresti frequentarlo?"

"No..cioè sì, ma so che forse non dovrei"

dissi pizzicandomi le unghie colorate di rosa, con ancora lo sguardo rivolto al basso, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.

"Perché non dovresti?"

Perché un criminale ricercato in tutto il Giappone, ecco perché.

"Siamo troppo diversi"

Affermai, dopotutto era vero, i nostri ideali erano diversi, molte cose di noi erano diverse.

"A volte essere diversi è un bene però"

Alle sue parole alzai lo sguardo in direzione del suo viso, lo guardai fisso negli occhi, occhi di chi tiene davvero ad una persona, occhi di un cuore buono.
Mi avvicinai a lui e lo abbraccia, ricevendo come risposta le sue braccia stringersi a me.
Un calore amichevole, quasi fraterno.

"Grazie"

Dopo esserci staccati continuammo a camminare, ormai gli avevo ceduto completamente il mio caffè, ne aveva bisogno più lui che me.
Avevo la mente libera e leggera grazie alla chiacchierata con Todoroki, ma questa sensazione di sollievo durò per poco, finché non lessi sul mio cerca persone: EMERGENZA. Stanza 25.

Akinori.

Corsi salutandolo, e mi precipitai dal piccolo bambino.
Il respiro affannato, il cuore che batteva a mille.

Ti prego Akinori, non morire, ti prego

Stavo correndo per il corridoio del reparto pediatrico, con la forza nelle gambe che diminuiva sempre di più, quando vidi delle infermiere correre nella stanza.

"Libera"

La voce di un uomo echeggiò tra le mura verdi.
Mi affacciai e avvicinai al Dottor. Aoki che stava rianimando il piccolo.

"Forza Akinori, non abbandonarmi"

Dissi andando vicino al bambino, senza toccarlo per via della rianimazione.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora