2.10•

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Dabi's pov

Stavo camminando avanti e indietro nel parcheggio dell'ospedale dove lavorava la mia Sakura. No. Non è più mia. Amici.

Come cazzo mi è venuto in mente di proporle amici!

Volevo che mi parlasse, che non smettesse di guardarmi come ogni volta che ci vedevamo. Non volevo che cominciasse ad ignorarmi proprio come quando ci eravamo incontrati di nuovo. L'avrei riconquistata con un passo alla volta. E questo era il primo.
Sbloccai il telefono che tenevo tra le mani e le scrissi.

Sono fuori il tuo ospedale, puoi uscire?•
Vorrei parlarti•
Per favore•

Così iniziai ad aspettare poggiato ad una macchina qualunque un suo messaggio, che non arrivò mai. Forse aveva troppo lavoro e non aveva letto. Sbloccai il telefono solo per ferirmi da solo. La scritta visualizzato era ben evidente. Non voleva vedermi ne parlarmi. Per quale cazzo di motivo ho detto e fatto quello che ho fatto l'altro giorno? Mi massaggiai gli occhi chiusi. La stavo perdendo, e non avevo alcun potere per riprenderla.

"Dabi"

Sollevai lo sguardo dopo aver sentito la sua voce bassa e insicura. Sorpresa di trovarmi lì. Le afferrai la mano e la portai in una parta più intima e privata senza occhi indiscreti.

"Che devi dirmi?"

Si appoggiò al muro del grande ospedale. L'avevo già vista con la tenuta da medico, ma questa era diversa. La divisa blu scuro le risaltava la discromia dei  suoi occhi. Il camice bianco davano luce ai suoi capelli biondi. No non erano semplicemente biondi. Sotto la luce del sole avevano dei riflessi color miele, dolci e morbidi. All'ombra, proprio come ora, i colori diventavano freddi, quasi come la sabbia scura, calda e avvolgente. Le sue labbra erano serrate. E non faceva altro che attendere una mia risposta.

"Volevo scusarmi per questa mattina, sono stato uno stronzo. Non avrei dovuto prendermi gioco di te"

L'avevo detto. Ero riuscito a scusarmi. Era il minimo che potessi fare e un passo avanti per farla innamorare di nuovo di me. No, sapevo che lei mi amava ancora. Dovevo riconquistare la sua fiducia e avrei potuto amarla immensamente e nel modo in cui meritava di essere amata.

"Siamo andati a letto insieme?"

La sua domanda mi risvegliò dai miei pensieri.

"Se ti dicessi di sì sarebbe un problema?"

"Si"

Fu secca e decisa come risposta, quasi da ferirmi. Non potevo crederci che venire a letto con me la disgustasse così tanto.

"Perché?"

"Perché ho un ragazzo"

Una frusta mi colpì il cuore, un colpo doloroso e tagliente. Se fosse tornata con quel cavolo di professore, sarebbe stato tutto più difficile. Lui lamava nel modo perfetto, nell' esatto modo in cui non lo avevo fatto io.

"Credevo foste in pausa"

Osai.

"E tu come lo sai?"

Sorrise forse maledicendo mio fratello.

"Me lo ha detto Natsuo"

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora