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"Allora Signorina, come si sente oggi?"

"Dottoressa, e bene grazie, lei?"

"Non siamo qui per me"

"Volevo esser gentile"

Scriveva, continuava prendere appunti su quel taccuino dal momento che ero entrata in quella stanza.
Mi osservava, e poi tornava a scrivere.
Aveva una barba lunga, ed era un uomo paffuto, si era sempre mostrato molto gentile, ma il suo scrivere anche il minimo movimento mi irritava parecchio.

Tra quanto finisce questa pagliacciata?

"Ha riflettuto su cosa è successo?"

"Su cosa avrei dovuto riflettere mi scusi"

"È stata quasi uccisa"

"Lo so"

Continuava a ripetermi che dovevo riflettere, riflettere sull'accaduto, ma a quale pro?
A cosa mi avrebbe portato?
Sono stata salvata, questo è l'importante.

"Se si trovasse di nuovo nei reparti avrebbe paura?"

Mi osservai le mani, con il mio smalto rosa, e gli anelli che portavo.
Due di quelli me li aveva regalati Keigo, in uno erano incise le nostre iniziali, me lo aveva regalato appena venne preso nella sua prima agenzia.
Mi aveva assicurato che nessuno si sarebbe fatto più male, avrebbe salvato tutti.
L'altro anello mi era stato regalato da Nozomi, quando eravamo state ammesse al corso di specializzazione insieme, e io lo avevo regalato a lei uguale al mio.
D'un tratto i miei anelli erano diventati stranamente interessanti.

"Credo che la prima cosa che farei è assicurarmi che tutti i bambini con cui sono stata rinchiusa stiano bene"

"Ma i villain avevano detto che cercavano voi medici"

"E con questo, l'ospedale è stato colpito, pareti e pavimenti sono crollati, c'era fuoco ovunque, avranno voluto pure colpire noi medici, ma potevano esserci vittime anche tra i pazienti"

Riprese a scrivere velocemente, senza dirmi nulla.

"Cosa scrive?"

Gli chiesi per curiosità, per capire a cosa servisse prendere così tanti appunti sul mio comportamento e su di me.

"Non sei ancora pronta"

"Come?"

Mi irrigidii sul posto, cercando di mantenere la calma.

"Hai ancora della rabbia dentro di te"

"Mi spiega allora, chi dei medici colpito non ne ha?
Hanno voluto attaccare noi medici, gli unici che per giuramento, salverebbero anche un villain se fosse in fin di vita"

"Ha ragione, ma vede, se non comprende quella rabbia, lei non supererà lo shock"

Cazzate

"Può andare abbiamo finito ora"

"Arrivederci"

Uscii dalla porta innervosita, quella rabbia mi aveva dato la forza di andare avanti invece di essere rinchiusa in un reparto psichiatrico, come era successo ad altri colleghi.
Mi diressi verso l'uscita del palazzo dello psichiatra che aveva la convenzione con il nostro ospedale, preso il telefono dalla borsa e chiamai Nozomi.

"Sakura allora, ti ha abilitato?"

Mi chiese la mia amica che sapeva dell'appuntamento che avrei avuto verso l'ora di pranzo.

"Ha detto che non ho metabolizzato la rabbia"

"Ma che cazzo significa?"

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora