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Cenere.
Solo una leggera e fine polvere grigia era rimasta di mio zio.
Zio Toshinori, l'unica persona che avrei mai potuto chiamare padre, la persona che mi ha salvata e cresciuta come se fossi sua figlia, che si è preso cura di me e mi ha reso forte e indipendente, che mi ha reso quella che sono oggi.

Zio Toshinori, il mio supereroe preferito, che ho ammirato fin dalla tenera età, che rappresentava uno dei miei pochi punti di riferimento adesso era una polvere che volava via tra le mie dita affusolate.

Le lacrime? Non c'era alcuna lacrima sul mio volto, avrei voluto urlare e piangere e sfogarmi per la sua perdita, per il dolore che stavo provando, ma non riuscivo a farlo, perché mio zio, la mia unica famiglia, era morta per mano di Dabi, l'uomo che dovrebbe amarmi, ma che sopratutto io credevo di poter amare.

Il vento ormai aveva portato via tutto quel che era rimasto del suo corpo, di all migh, la speranza della popolazione, non c'era più nulla che solo un ricordo.

Mi alzai barcollante, e non seppi se era per lo shock, per il dolore o per la rabbia.
Dovevo ancora metabolizzare ciò che era successo e ciò che stavo provando, ma di una cosa era certa, e non mi importava se avessi infranto i miei principi o il mio giuramento, perché il mio cuore in frantumi e sgretolato dal dolore e dall'amore non si sarebbe mai più riparato, Dabi sarebbe dovuto morire.

Stavo camminando, le gambe si muovevano da sole, senza che io pensassi a dove andare, era come se io mio corpo sapesse per memoria la strada verso il mio appartamento, che mi resi conto di aver raggiunto uno volta arrivata al portone.

"Sakura riprenditi"

Mi incitai dandomi qualche colpo sul viso, dovevo riprendermi e fare le valigie e andare via da questa fottuta  casa.
Salì velocemente le scale decisa su cosa sarebbe accaduto dopo, e preparando mentalmente tutto il necessario per trasferirmi definitivamente a casa di Keigo.
Aprii la porta e mi accolse Saisei con la sua felicità mentre mi scodinzolava ancheggiando il suo di dietro peloso, mi fece uscire un sorriso che svanì nel momento in cui allungai le mani per accarezzarlo e notai ancora la polvere grigia sulla mia pelle, ma appena ricordato che non era effettivamente polvere ma ciò che era rimasto di mio zio, le mani tremarono e corsi verso il bagno a lavarmi via quella sensazione di morte addosso, della sua morte.

"No, cazzo cazzo no"

Solo dopo essermi lavata del suo corpo realizzai la cazzata che avevo appena fatto.
Mi accasciai per terra e urlai dal dolore, perche quella polvere era l'unica cosa che mi era rimasta di mio zio e io l'avevo appena cancellata via.

"Sakura"

Alzai lo sguardo in direzione della voce, della sua fottuta voce.

Con quale coraggio osa mettere piede in casa mia?

Mi alzai con l'ira che si rendeva evidente dai miei passi pesanti, dai miei pugni chiusi lungo il mio corpo per ritrovarmi Dabi davanti a me, a qualche passo come se nulla fosse.

"Posso spiegarti piccola"

Alzò le mani come in segna di difesa è arresa, perché sapeva ciò che aveva fatto, ovviamente lo sapeva, lui era l'assassino di mio zio.

"Vattene, in questo momento non rispondo delle azioni che potrei compiere"

Fece qualche passo verso di me, come per abbracciarmi o cercare di consolarmi, ma appena allungò la sua mano l'afferrai intrecciando le nostre dita e poi diedi un spinta con i piedi volteggiando in aria come mio zio mi aveva insegnato, insegnamenti che feci miei.
Tenendo stretta la mano, nei punti giusti e premendo dove necessario, mentre volteggiai per ritrovarmi dietro di lui, sentii sotto le mie dita le ossa rompersi e sgretolarsi accompagnate dalle sue urla di dolore, finché non ritornai con i piedi a terra e lui ritirò la mano portandola vicino al suo petto.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora