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Il mio primo intervento come chirurgo principale si era appena concluso.
La gioia e l'eccitazione svegliavano ogni cellula del mio corpo. Tutto di me era in fibrillazione.
Avevo fatto la scelta giusta, e questa soddisfazione ne era la risposta.
Corsi peri corridoi bianchi dell'ospedale alla ricerca di Eiza. Volevo raccontargli tutto, come avevo ero stata costretta ad asportare una piccola parte di cervello del paziente, senza toccare le parti collegate alla memoria e linguaggio.
Tutte le ore passate sui libri, senza dormire e a bere caffè, mi avevano portato ad oggi.
Il sorriso sul mio volto si faceva sempre più grande.

Posai la mano sulla porta bianca, su cui vi era inciso con una calligrafia nera ed elegante Dott. Eizan Aoki.
Spalancai quell'ostacolo che mi divideva da quello che, era solo il mio supervisore.
Era seduto sulla sua sedia nera, con il viso sollevato verso di me.
I suoi occhi spalancati con un po' di pelle violacea al di sotto delle palpebre, la stanchezza del turno notturno iniziava a farsi vedere sul suo viso.
La sua bellezza veniva esaltata anche dalle sue occhiaie.
"Non avevo dubbi, sono fiero di te"
Non avevo bisogno di spiegargli, lui mi capiva.
Era come se le nostre menti fossero una cosa sola. Al suo fianco, mi sentivo compresa.
Riusciva a comprendere cosa volessi o cosa pensassi con un solo sguardo.
Credevo di conoscere l'amore, ma quello che c'era tra di noi, non era solo un amore passionale, ma molto di più.
Eizan si prendeva cura di me, mi incoraggiava e tifava su ogni aspetto, non era solo il mio compagno, ma anche un migliore amico.
Strinsi le mie braccia intorno al suo collo, affondando le mani nei suoi capelli arruffati.
E subito mi avvolse in un abbraccio stretto al suo petto scultoreo. Fui inondata dal suo profumo che riempirono le mie narici.
Mi inebriai e lasciai che il suo odore portasse la mia eccitazione post-intervento su di lui.

Lo spinsi verso la sua scrivania, avventandomi sulle sue labbra che urlavano di esser baciate.
Un bacio ricambiato.
Era come se anche lui non aspettasse altro.
Le sue mani mi afferrarono per le gambe.
Rigirò la situazione come se niente fosse, in modo da permettermi di stare seduta sulla sua scrivania.

Cosa c'era di più eccitante di una sveltina nell'ufficio?
Il brivido di esser scoperti che rendeva tutto più eccitante.

Era un po' che ci frequentavamo, ma non eravamo mai andati oltre a qualche preliminare.
Eravamo due adulti, e non mi sarei scioccata se la nostra prima volta fosse stato nel suo ufficio.

Le sue dita slacciarono i lacci dell'elastico dei pantaloni, avventandosi sulla mia intimità già bagnata.
Trattenni un gemito di piacere sotto il suo sguardo eccitato.

Strinsi le dita sul suo camice, e lasciai cadere la testa all'indietro.
In quell'istante avevo compreso quanto fossero sensibili le terminazioni nervose nella parte più intima di me stessa.
I suoi tocchi erano gentili, ma allo stesso tempo irruenti.
Non capivo più nulla le sentivo le sue dita ovunque, dentro e fuori di me.
I suoi movimenti si intensificarono in un punto che lui stesso aveva scoperto mesi fa.
Un punto così sensibile di cui neanche io sapevo di conoscere.

"Oddio..così"

I sospiri riempivano il suo ufficio, e da fuori si potevano senti i passi dei colleghi e il chiacchiericcio di sottofondo.

E poi, con il brivido di esser scoperti e i movimenti delle sue dita, il culmine si presentò davanti i miei occhi.
Un fascio di luce mi colpi, oscurai la mi vista mentre sentivo le sue labbra premere sulle mie.

Un bacio così passionale da riaccendere quell'eccitazione che si era spenta meno di un secondo fa.

Mi staccai da lui, e poi lo osservai negli occhi con un sorriso sfacciato.

Mi abbassai, inginocchiandomi davanti alla sua figura.
La sua testa seguii i miei movimenti, e i suoi cari di ghiaccio divennero più scuri al pensiero di cosa stavo per fargli.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora