Un eroe sacrificherebbe la sua amata per salvare il resto della popolazione, dimostrando che lui ha davvero un cuore puro.
Il villain che sembra un manipolatore ed un'egoista con chiunque gli è vicino, invece, sacrificherebbe il mondo per salvare l...
Mancava un'ora alla fine del turno mattutino. Oggi sia io che Natsuo eravamo stati assegnati al pronto soccorso, chirurgia d'urgenza. Nonostante molti di noi specializzandi avessero già scelto la loro branca della medicina, ci era comunque richiesto di essere preparati in tutto. Ogni volta che venivamo assegnati al pronto soccorso, era sempre il caos, pazienti che entravano e uscivano. Parenti in lacrime e che chiedevano continue informazioni. Un medico, come anche l'infermiere, doveva imparare a gestire tutte le situazioni, e trovare le soluzioni in minor tempo possibile. Avevo tra le mani un codice rosso, un paziente sul 40 anni, era stato investito sulle strisce pedonali. Io e Dottor Tanaka lo stavamo rianimando, e fortunatamente tutte le manovre riuscirono a portarlo da noi.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Il paziente inizio ad agitarsi sul lettino, muovendosi con scosse su tutto il corpo, stava avendo delle convulsioni. Mi avvicinai al suo viso, tenendolo fermo, mentre il mio superiore si posizionò alla parte inferiore del suo corpo. Aspettammo così che la scossa finii e per poi allontanarci.
"È il caso di chiamare il dottor Aoki"
Affermò il mio superiore lasciandomi con il paziente nella stanza d'emergenza. Annuì aspettando che l'uomo si riprendesse. Mi voltai appuntando dettagliatamente ciò che era accaduto nella sua cartella clinica.
Quando mi accorsi di alcuni rumori provenire da dietro la mia figura. Mi voltai e mi accorsi che il paziente si era alzato e si era staccato tutti fili e le flebo che lo monitoravano.
"Signor Sato, si è svegliato..si trova in ospedale, ricorda cosa le è successo?"
L'uomo mi guardò negli occhi, il suo sguardo era perso, come se non capisse cosa stessi dicendo.
Non parla la mia lingua?
"Chi sei tu? E dove mi trovo?"
Noncurante delle sue condizioni fisiche si alzò in piedi dal lettino. Da sdraiato avevo notato la sua altezza, ma di fronte a me, in piedi, era quasi spaventosa, raggiungeva forse un metro e novanta.
"Signor Sato sono la dottoressa Matsumoto, lei si trova in ospedale..ha avuto un"
Non riuscii a completare la frase, che la sua mano mi afferrò per la coda, che mi ero fatta la mattina, tirandomi a lui, provocandomi un dolore acuto all'attaccatura dei capelli. Gemetti dal dolore ma resistetti per il paziente.
"Chi sei tu?"
Mi urlo nuovamente. Non era lucido, le convulsioni gli avevano fatto perdere conoscenza.
"Signor Sato sono la sua dottoressa..lei ha"
Anche questa volta i suoi movimenti bloccarono le parole nella mia gola. Mi scaraventò contro il tavolo che conteneva le cartelle cliniche, i guanti, e diverse garze, facendo sbattere il mio addome contro l' angolo, per poi ritrovarmi a terra.