25•

694 26 8
                                    

Stavo guardando Akinori dal grande finestrone che dava sulla sua stanza.
Il piccolo era attaccato a tutte macchine, e stava esalando gli ultimi respiri, con i genitori vicino al letto che gli temevano la mano, e cercavano di trattenere le lacrime per il figlio.

Guardai il budino al cioccolato che avevo tra le mani, era stupido, ma avevo pensato che lo avrebbe fatto ridere, e sarebbe potuto andare via più sereno.

"Posso entrare a salutarlo?"

Chiesi al Dottor Aoki, che mi annuii aprendo la porta.
I genitori si girarono verso di me, prima dell'evento all'ospedale li vedevo tutti i giorni.
Mi accolsero nella stanza sorridenti, ero sempre stata sincera sul rapporto che avevo con il figlio, una premura che non mostravo con tutti i miei pazienti.

"Oh Dottoressa, ha chiesto di lei"

Delle lacrime uscirono dai miei dotti lacrimali, che prontamente asciugai prima di avvicinarmi a lui.
Mi sedetti al lato del letto, come ogni volta.
Vidi il suo sguardo spostarsi su di me e sorridermi.
Quel bambino aveva una forza enorme.

"Dottoressa"

"Guarda cosa ti ho portato"

Alzai la mano muovendo il budino al cioccolato, il suo preferito, davanti ai suoi occhi.

"Posso mangiarlo?"

Sentii la madre scoppiare a piangere, e io cercai in tutti i modi di trattenere quelle lacrime.
Non dovevo piangere davanti a lui, dovevo resistere.

"Certo"

Dissi con una voce strozzata dal pianto trattenuto.
Tolsi la pellicola che copriva il budino, presi il cucchiaio che stava sul vassoio accanto al letto, e portai un piccolo boccone alla sua bocca.
Mandò giù lentamente e con fatica.

"È buonissimo"

"Sapevo ti sarebbe piaciuto"

"Grazie"

Lo vidi allungare quella piccola mano, così magra e così debole, verso il mio viso, e porgermi una carezza.
I genitori  si avvicinarono nuovamente al bambino, dall'altro lato del letto, godendosi gli ultimi attimi.

"Ne vuoi ancora?"

Nello stesso momento in cui gli porsi quella domanda, il macchinario che misurava i battiti cardiaci iniziò a suonare, un suono piatto e costante.
Una linea retta.
I genitori si accucciarono sul bambino piangendo, e urlando disperati.

"Torna da noi"

"Torna da mamma e papà"

Mi alzai da quel piccolo spazio privato, cercando di non piangere, ma appena guardai in basso, verso le mie mani che tenevano ancora il budino e  il boccone che gli avevo preparato, lasciai la presa facendo cadere tutto a terra, buttandomi tra le uniche braccia che in quel momento potevano consolarmi, quelle del dottor Aoki.
Le lacrime e i singhiozzi non smettevano di uscire, e potei sentirlo piangere nell'abbraccio.

"Può salutarlo Dottoressa"

"Sakura per favore, e grazie"

Mi avvicinai a lui, e dopo avergli dato un leggero bacio sulla fronte ancora calda lo guardai per un'ultima volta quel viso, che nonostante fosse scavato, ma teneva quella dolcezza che aveva conquistato il mio cuore.
Avrei ricordato tutte le visite in cui cercavo di farlo ridere, quando cercavo di farlo addormentare nonostante sentisse troppo dolore, tutte le volte che mi pregava di portargli un budino convincendomi con i suoi occhi dolci.
Avrei ricordato con amore e affetto quel bambino che mi aveva conquistata.

"Rimarrai sempre nel mio cuore piccolo Akinori"

Gli diedi un braccio sulla testa, e una carezza proprio come quando gli davo la buonanotte.

A Doctor for DabiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora