EROI E MOSTRI

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| ISABEL POV

GLI EROI, come figure leggendarie, hanno attraversato le ere sin dall'alba dei tempi, tanto simili a divinità dell'antica mitologia.

Essi erano i custodi delle vite umane, illuminavano i bui vicoli della disperazione, combattevano il male e offrivano un rifugio sicuro a ogni cittadino, come le divinità protettrici delle leggende.

Un esempio epico di eroismo risplende nella storia di Ercole e Achille, veri paladini della giustizia, pionieri che incisero il vero significato di essere eroi nella pietra dell'eternità.

Tuttavia, con il susseguirsi delle epoche, ci siamo mai chiesti se la purezza intrinseca del bene si sia lentamente sbiadita?

In un'epoca passata, i salvatori venivano festeggiati e venerati dai cittadini riconoscenti per i loro straordinari atti.

Loro divenivano icone di un futuro migliore, guidando la società con immagini e slogan che incitavano all'azione virtuosa.

Tuttavia, commettere atti estremi, come "tagliare la gola" a chi non ascoltava il dissenso prima dell'intimità, era un atto considerato ben lontano dalla legittima autodifesa.

In ogni angolo del mondo, l'eroe era sinonimo di virtù, di luce e di giusto cammino.

Io avevo sempre immaginato che essere ritratti in questo modo fosse un'esperienza straordinaria.

L'emozione di vedere innumerevoli persone riversare amore anche per la più piccola delle azioni, il sorriso radiante su volti che ti veneravano e l'eco del proprio nome scandito in gioia dovevano essere esperienze divine.

Ma con il passare del tempo, vivendo abbastanza a lungo, ho compreso che si sarebbe inevitabilmente passati dalla parte dei "cattivi" agli occhi di qualcuno. Questo dualismo tra il bene e il male ci era stato trasmesso fin dall'infanzia, ma io avevo sognato di poter cambiare questa percezione nel mondo, dimostrando quanto un "cattivo" potesse trasformarsi ed evolversi.

"Un cattivo rimane tale fino alla morte," mi avevano detto una volta. Ma perfino l'eroe, nonostante combattesse per cause giuste, poteva scivolare lentamente nella sua versione più oscura, finendo per essere consumato. Era questa la tragica condanna degli eroi? Degli salvatori?

Naturalmente, esistevano individui definiti "cattivi" fin dalla nascita, le creature delle leggende maledette dalla loro stessa origine. Tuttavia, non tutti rientravano in questa categoria. Non riuscivo a conciliare questa netta dicotomia tra il bene e il male.

"Tu hai gli ideali sbagliati," mi rimproveravano spesso al lavoro. Ma nel mio intimo sapevo di avere ragione. E il mio esempio più lampante era Loki.

Loki non era stato gettato nel mondo per seminare caos o perpetrare distruzioni. Il suo destino era diverso, più profondo. Egli era giunto per mostrare al mondo la sua complessità, per dimostrare che ognuno di noi celava in sé sia la luce che l'oscurità, e che bastava scavare a fondo per rivelare queste dualità.

Nessuno doveva vedere Loki come il tiranno che cercava di schiacciare l'umanità sotto il suo dominio. Era giunto il momento di gettare via il velo che nascondeva la sua vera natura.

"Se è vero che per ogni cosa esiste il proprio opposto, allora i cattivi sono condannati a rimanere tali fino alla fine del mondo," affermò un giorno la Signora Brown, proprio nel giorno dell'attacco a New York da parte del Dio degli Inganni. Era giunto il momento di sfidare queste convenzioni e di guardare eroi e cattivi con una prospettiva nuova, più profonda, che rivelasse le loro dualità come vere opere d'arte dell'esistenza umana.

E così, meditavo, con una determinazione che nulla poteva scalfire: "Tutti i buoni, prima o poi, seguiranno la via dei cattivi."

Mi confortava l'idea che non sarebbe stato come tutti avevano sempre sostenuto. Ero profondamente convinta che gli eroi e i mostri potessero scambiarsi di ruolo, che non fosse il destino di tutti i buoni rimanere tali, così come i cattivi avevano il potenziale per rivelarsi, in realtà, dei redentori.

𝐒𝐇𝐄 | laufeyson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora