37- Sofferenza

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Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza come nel momento in cui amiamo.
-Sigmund Freud

Il mattino dopo...
Pov's Adam
È buio nonostante siano le otto di mattina.

Il cielo è annuvolato, cupo e malinconico.

In lontananza si sentono dei forti tuoni e lampi che annunciano l'arrivo di una tempesta.

Il vento a 50 km orari muove gli alberi violentemente, talmente tanto che sembra volerli spezzare in due.

Sono nella mia ufficina a lavorare, come sempre, insieme a mio fratello.

Guardo il mio cellulare poggiato sul mobile degli attrezzi in attesa che arrivi qualche messaggio da parte di Perla.

Ogni volta che arriva una notifica spero sia lei ma purtroppo non è così.

Vorrei un suo classico buongiorno pieno di cuori o qualche frase sdolcinata che mi fa sciogliere il cuore.

Aspetto da ieri un suo messaggio ma niente.

Il suo telefono è irraggiungibile e i messaggi che le ho mandato non le arrivano.

Le ho scritto "buonanotte", "mi manchi", "come stai?" ed altre cose che non ricordo.

Le ho mandato circa venti messaggi ma nessuno è arrivato.

Mi chiedo che fine abbia fatto.

Forse avrà spento il cellulare per riflettere e parlare con il padre oppure non vuole rispondermi semplicemente.

《Sei pensieroso》
Afferma mio fratello guardandomi con la coda dell'occhio.

《Già...》
Dico premendo le labbra e sospirando pesantemente.

《Stai pensando a Perla, giusto?》
Dice sapendo che il mio unico pensiero è lei.

《Si》
Dico pulendomi le mani sporche di grasso.

《È successo qualcosa?》
Mi chiede dolcemente cercando di aiutarmi a stare meglio.

《Succede sempre qualcosa, non possiamo stare tranquilli》
Dico ormai rassegnato, la relazione tra me e Perla ha già molti ostacoli sul nascere.

《Cos'è successo sta volta?》
Dice ruotando gli occhi al cielo e posando una chiave inglese.

《Il padre ha scoperto della nostra relazione, è venuto qui, l'ha picchiata, ho litigato con lui e lo stavo per uccidere...》
Dico molto velocemente, non avendo voglia di spiegargli tutto nei minimi dettagli.

《Cose di tutti i giorni insomma...》
Dice ironico ridendo leggermente e prendendomi in giro.

Solo che non sono in vena di scherzare.

《Guarda, lascia stare, non ho neanche la forza di parlarne》
Dico sbuffando e dando un calcio all'armadietto che si piega.

《Calma, non mettere sotto sopra l'officina》
Dice invanamente cercando di tenere a bada i miei spiriti.

《Perché stai male?》
Dice di nuovo comprensivo facendomi sentire un peso nel petto.

Ho una brutta sensazione.

Sento che è successo qualcosa.

Perla non si è mai allontanata da me così.

《Ho un brutto presentimento》
Ammetto toccandomi il petto e il collo sentendo la sensazione di essere strangolato.

Mi manca l'aria.

《Perché?》
Chiede avvicinandosi a me lentamente osservando ogni mio movimento ambiguo.

𝐼 𝑤𝑎𝑛𝑛𝑎 𝑏𝑒 𝑦𝑜𝑢𝑟𝑠 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora