54- Cuore stracolmo di gioia

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Niente vale quanto te e me insieme
Siamo due respiri
Che vibrano vicini
Oltre il male e il bene.
-Due respiri

Il giorno dopo...
Pov's Adam
Sono ore che guardo il soffitto pieno di muffa sopra la mia testa.

Sono sdraiato sul mio letto scomodissimo con le braccia dietro alla testa.

Faccio quello che in questi giorni faccio spesso ovvero pensare.

Penso...

Penso a quanto mi manca Perla, il mio lavoro, la mia famiglia e la mia libertà.

Qui dentro sono in una gabbia di matti.

Persone che urlano, si picchiano, spacciano droga e si insultano.

Non c'è un attimo di pace.

Il cibo è alquanto schifoso e una puzza di umido circonda l'aria circostante.

Le guardie ci trattano come la merda sul cemento trafficato ed io vorrei solo andarmene via.

In due mesi la mia sanità mentale qui dentro se ne va.

Oltre ai lavori socialmente utili non si fa niente.

Poi sono preoccupato...

Non so se Perla sta bene, cosa sta facendo e se ha ascoltato i miei consigli.

Posso fare una sola chiamata a settimana ed ho deciso di chiamare mia mamma visto che Perla è venuta ieri al colloquio.

Aveva una faccia così strana...

Non l'ho mai vista così pallida.

Quando le ho preso i fianchi ho notato il suo addome gonfio e la sua postura cambiata.

So il suo corpo a memoria e non posso sbagliarmi.

Qualcosa non va.

Mi ha nascosto qualcosa.

L'ho vista piena di ansia e preoccupazione, penso non sia solo per quello che mi ha detto.

C'è dell'altro e la prossima volta lo scoprirò.

Solo all'idea che devo aspettare altri sei giorni per rivederla mi esaurisco.

Il carcere è davvero brutto e ti fa uscire fuori di testa.

Non ho la forza nemmeno di arrabbiarmi e distruggere questa misera cella.

Anche se vorrei tango che tutta questa merda prendesse fuoco.

《Bro》
Il ragazzo nero, ovvero il mio compagno di cella, steso sul suo letto richiama la mia attenzione.

Non ci siamo mai parlati prima d'ora.

Lui è sempre preso dai suoi pensieri ed io dai miei.

Ha le treccine, labbra carnose, alto, grosso e con qualche tatuaggio.

Giro il capo verso di lui che posa dei fogli sulla nostra scrivania ed inizia a parlare.

《Come ti chiami?》
Dice mettendosi seduto di fronte a me per guardarmi meglio.

《Adam》
Rispondo freddo continuando a guardare il soffitto.

《Piacere Frank》
Allunga una mano verso di me che però non afferro.

《Quanti anni hai?》
Continua a farmi domande con il tentativo invano di stringere un'amicizia con me.

《Ho quasi ventisette anni》
Dico rispondendo alla sua domanda per non sembrare troppo scorbutico.

𝐼 𝑤𝑎𝑛𝑛𝑎 𝑏𝑒 𝑦𝑜𝑢𝑟𝑠 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora