53- Il primo colloquio

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La distanza separa due corpi, non due cuori.
-Citazione

Pov's Perla
Il cemento inizia a tremare sotto i miei piedi, dal microfono l'addetto annuncia che il treno per il binario 2 sta arrivando e molte persone si alzano dalle panchine per avvicinarsi alla linea gialla.

Mi accarezzo il ventre sospirando e sentendo nuovamente la sensazione di vomito.

Non c'è la faccio più.

Ho preso anche delle pillole per il vomito, ho smesso di vomitare ma la nausea mi accompagna sempre.

Ho tanta paura.

Ho paura di tutto quello che mi sta succedendo.

Questa situazione mi sta uccidendo ed il ritardo del ciclo mi ha dato il colpo di grazia.

Se fossi incinta sarei la donna più felice del mondo ma non so se riuscirei ad essere mamma.

Ho diciannove anni, non ho mai visto un bambino crescere non avendo fratelli, nipoti o cugini più piccoli.

Ho paura di non avere pazienza, di non riuscirgli ad insegnare l'educazione o a risolvere un problema quando si presenta.

Vorrei tanto qualcuno che mi guidasse anche nelle situazioni più scontate.

Vorrei qualcuno che mi indirizzasse a cosa fare adesso per esempio.

Sono stanca di essere sola al mondo, ho bisogno anch'io di una spalla.

Però mia mamma mi ha insegnato a combattere da sola senza l'aiuto di nessuno.

Come fece lei quando ebbe me.

Proprio per questo ho deciso di comprare un test di gravidanza per accertare o sfumare i miei dubbi.

Lo farò domani, se nel frattempo non mi viene il ciclo.

Il treno arriva fermandosi di botto, molte persone si affollano vicino alle porte pronte ad entrare.

Lascio passare alcune persone poi entro anch'io trovando fortunatamente poca gente.

Mi siedo accanto ad una signora anziana prendendo il mio cellulare dalla tasca.

Navigo su instragram guardando le storie dei miei coetanei che si divertono al mare, in discoteca e in altre città.

Invece io sono in un sudicio treno regionale diretta al carcere della mia città per fare il colloquio con mio marito, probabilmente sono incinta e vorrei solo staccare la spina per un po.

Vorrei essere felice con Adam, viaggiare con lui, ridere, scherzare e fare l'amore.

E perché no?

Crescere anche un bambino.

Ma insieme a lui.

Non sopporto l'idea di essere sola, lontano da lui.

Dopo una decina di minuti arrivo alla fermata dietro il carcere, scendo dal treno e mi affretto ad uscire dalla stazione.

Uscita dall'edificio seguo il percorso di google maps per arrivare al carcere visto che non so minimamente dove si trovi.

Fortunatamente non è molto lontano, sono circa cinque minuti a piedi.

Mi avvicino ai poliziotti di guardia fuori ai cancelli e chiedo a loro come fare per entrare.

《Salve》
Dico timidamente ricevendo un'occhiataccia da parte loro.

《Vorrei fare un colloquio》
Dico gentilmente e loro si girano verso destra indicando una fila di persone.

《Da quella parte, si accodi alla fila》
Dice apatico ed io ringrazio dirigendomi a quella fila non molto lunga.

𝐼 𝑤𝑎𝑛𝑛𝑎 𝑏𝑒 𝑦𝑜𝑢𝑟𝑠 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora