43- Occhi caleidoscopio

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Guarderò attraverso la finestra dei tuoi occhi per vedere te.
-Frida Kahlo

Pov's Perla
Mi appoggio ad un muretto umido guardando varie storie su instragram.

Sono fuori dalla libreria ed ho appena finito di lavorare.

Sto aspettando Adam che venga a prendermi per portarmi da mio nonno.

Sento il rombo della sua macchina da lontano quindi spengo il cellulare mettendolo nella mia borsetta.

Finalmente lo vedo e si ferma accanto al marciapiede abbassando il finestrino.

《Birba, sali》
Dice già spazientito, ruoto gli occhi al cielo aprendo la portiera e salendo in macchina.

Adesso cos'ha?

Io l'ho lasciato rilassato fin troppo stamattina.

《Non devi aspettare per strada》
Dice serio mentre io mi infilo la cintura chiudendo poi la portiera.

《Perché?》
Dico guardandolo male e sapendo già la sua risposta.

《Perché ti guardano》
Dice ed io sbuffo sonoramente appesantita da questa sua gelosia pazza.

《Dio ha creato gli occhi per questo》
Dico mentre lui mette in moto e parte guardandosi dietro.

《Ma non per guardare la mia donna》
Dice tenendo lo sguardo fisso sulla strada.

《Non è passato nessuno...》
Sussurro abbassando lo sguardo ed abbassando l'ascia da guerra.

Non voglio litigare.

Mi fa stare male discutere con lui.

Dopo qualche minuto di perfetto silenzio, mi guarda con la coda dell'occhio e sorride compiaciuto.

《Non riesco a fare il cattivo con te》
Dice ridendo e posando una mano sulla mia guancia per accarezzarla.

《Non c'è motivo》
Dico facendogli la linguaccia e ridendo.

《Si che c'è! Tu fai la monella!》
Mi pizzica la guancia facendomi fare le fusa.

《La monella la faccio da quando mi conosci》
Dico provocatoria mordendomi il labbro inferiore.

Avete scopato questa mattina, datti un contegno Perla.

Sono di nuovo eccitata, dannazione.

Vorrei tanto fermarlo adesso per fare l'amore.

《E sarà per sempre così?》
Domanda prendendo una mia mano per baciarla dolcemente.

Che amore...

È il mio principe.

《Ovvio》
Dico ridendo e facendogli una carezza sul viso.

《Bene, allora non cambiare mai》
Dice facendomi capire che gli piaccio così come sono.

《Anche tu, non cambiare mai》
Mi sporgo verso di lui e gli bacio la guancia dolcemente.

《È qui, birba?》
Mi domanda accostando la macchina ad un palazzo.

Guardandolo, molti dejavù mi passano per la mente.

Adesso ricordo bene questo palazzo e non ho bei ricordi all'interno.

Odiavo andare da mia nonna paterna perché trattava male sia me che mia mamma.

Non potevo giocare, mangiare troppo o parlare continuamente.

Insomma opprimeva l'anima di una bambina perché le recavo fastidio.

I figli di mia zia paterna, ovvero i miei cugini, non le recavano fastidio.

𝐼 𝑤𝑎𝑛𝑛𝑎 𝑏𝑒 𝑦𝑜𝑢𝑟𝑠 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora