Avevo passato anche la seconda settimana cosi. Di giorno ingegnere e di sera pilota. Aspettavo che tutti andassero a casa per mettermi al simulatore. Era molto rilassante per me. Mi aiutava a scaricare i nervi e capivo dove potevo migliorare il motore. Volevo che la settimana dopo, al rientro della squadra, i piloti avessero trovato un motore già buono e che con il loro aiuto sarebbe diventato ottimo.
Il lunedi dopo però nessuno provò il simulatore. Una bomba mediatica era esplosa.
Carlos Sainz, secondo pilota della Ferrari lasciava.
Aveva trovato un team che lo aveva ingaggiato e lui, che era sempre stata la seconda guida e mai al livello di Leclerc aveva accettato. Era novembre e la Ferrari non aveva un pilota. Inutile dire che la giornata era stata molto pesante per tutti. Riunioni e convocazioni urgenti. Nessun nome che potesse essere degno di quel sedile a cui tutti ambivano ma che realmente solo i migliori meritavano.Quella sera ero andata a casa senza provare gli aggiornamenti al simulatore. Troppe persone ancora in giro e la paura di essere scoperta mi aveva fatto desistere.
La mattina dopo però, Leclerc si era seduto a provare gli aggiornamenti. Ero in ansia, avrei dovuto cancellare i tempi che avevo fatto ma la sera prima non ero riuscita e questa mattina avevo già trovato la stanza piena.
Noi ingegneri eravamo seduti nella stanza accanto collegata con lui da un vetro in modo che potessimo vederlo e che, cosa più importante, sentire cosa suggeriva per effettuare le migliorie.
Appena seduto però aveva sistemato il sedile "chi si è seduto qui?" Aveva chiesto notando che era troppo vicino al volante e ai pedali per la sua altezza. Nessuno rispose perché nessuno sapeva, tranne me. Ero più bassa di Charles e avevo avvicinato il sedile ai pedali non pensando che qualcuno lo avrebbe notato.
Si era collegato e come immaginavo, aveva notato i tempi registrati. Erano stati buoni e lo aveva fatto presente chiedendo chi fosse stato ma anche questa volta non aveva ricevuto risposta.
Aveva completato 15 giri su alcuni tipi di tracciato senza dire una parola, notavo la sua concentrazione e come muoveva le mani al simulatore. Con che velocità scalava o aumentava la marcia e come riusciva a settare l'assetto prima di curve particolari. Mi ero incantata e non mi resi conto che Fred mi stava parlando "tutto bene?" mi chiese ancora "come scusa?" Avevo risposto notando un sorrisetto sulle sue labbra "di solito urla sempre ma questa volta è stato silenzioso, è strano" disse quasi come se sapesse qualcosa "ed è un bene o un male?" chiesi non sapendo come interpretare le sue parole "non lo so" rispose guardando Charles che stava venendo da noi."A parte che vorrei sapere chi ha usato il simulatore e chi ha fatto quei tempi" disse Leclerc entrando nella stanza in cui eravamo io e gli altri "per il resto non ho molto da dire, ve bene, è veloce in rettilineo e in curva, traziona bene e non strappa" disse incrociando il suo sguardo con il mio. Era la prima volta che succedeva. Ci eravamo visti solo una volta prima di questa e non era andata come speravo. Ora invece, aveva capito qualcosa. Lo sapevo che sospettava che fossi io ad essermi seduta al simulatore. Ero l'unica più bassa di lui in quella stanza e poi ero l'ultima arrivata. Normale sospettare di me.
Indossai la mia miglior maschera e ressi il suo sguardo senza abbassarlo. Ci interruppe Fred "bene, ora che il motore sta prendendo forma ci manca solo un pilota" disse enfatizzando le ultime parole. Come se questo compito fosse semplice e non tra i più difficili e che lo tenevano sveglio di notte."Fred posso parlarti in privato?" gli disse poi Charles invitandolo ad andare fuori "si certo, andiamo nel mio ufficio" rispose gentilmente Fred salutando noi ingegneri mentre usciva con il suo pilota.
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Forever you - Charles Leclerc
RomanceUna storia d'amore e passione. Charles pilota di F1, lei ingegnere e molto altro, costretta a nascondere il segreto più grande. Tutti i diritti sono riservati. La storia è frutto di immaginazione.