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La mattina dopo ero riposata e rilassata come non succedeva da parecchio. Lo stress della gara e di tutto quello che era successo era passato. Ora avrei avuto due settimane di stop prima della prossima gara.
Mi ero preparata per uscire. Sara mi aveva chiesto di andare con lei a fare qualche giro per la città e avevo accettato. Mi trovavo bene con lei e poi non volevo uscire da sola in una città che non conoscevo.

Ci saremmo viste direttamente alla reception ed essendo in anticipo ne avevo approfittato per andare a fare colazione.

"Hey Rossini, siediti qui!" Lando Norris aveva richiamato la mia attenzione invitandomi a sedere al suo tavolo. Peccato non fosse solo. Con lui anche Pierre Gasly, Esteban Ocon, Alexander Albon, George Russell e per ultimo Charles Leclerc. Dalla sua faccia avevo capito che non era il caso che andassi a sedermi con loro ma Lando aveva insistito cosi tanto che avevo dovuto accettare.
"Dove vai di bello tutta sistemata cosi?" Mi aveva chiesto poi Norris appena seduta "faccio un giro per la città per passare il tempo" avevo risposto sinceramente.
Leclerc non aveva alzato lo sguardo dal suo piatto. Non ci eravamo scambiati più una parola da sabato.
All'improvviso della mani si erano posate sulle mie spalle e mi ero irrigidita tutta. Chi era? Luca sapeva che non amavo essere toccata alle spalle e poi si stava facendo i fatti suoi nella hall dell'albergo.
"Caspita se ti sei irrigidita tutta!" mi ero voltata di scatto e mi ero trovata dietro Daniel Ricciardo. "Mi fate posto?" aveva chiesto rivolgendosi a Russell che era di fianco a me "cercati un altra sedia" gli aveva risposto lui. Cosa stava succedendo? Ero in imbarazzo "scusate io vado altrimenti faccio tardi, buona giornata" avevo detto alzandomi e cedendo la mia sedia a Daniel.
Avevo notato il suo sguardo cambiare "se vuoi farci innamorare tutti sei sulla buona strada" aveva detto facendomi arrossire in modo troppo evidente.
Indossavo degli short neri e un body bianco semplice e fresco.
"Hai una macchinina qui?" Mi aveva preso il braccio su cui avevo il tatuaggio di una macchina di F1 stilizzata poco più grande di 5 cm. Istintivamente avevo ritirato il braccio, c'era un altro tatuaggio e non volevo domande a riguardo. Non avrei potuto rispondere.
Avevo semplicemente annuito e mi ero allontanata. Odiavo i complimenti cosi spudorati e a maggior ragione davanti a persone che non conoscevo.

In tutto ciò avevo sentito per tutto il tempo lo sguardo pesante di Charles addosso, voltandomi infatti lo avevo colto in flagrante.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora