Eravamo arrivati alla barca e ognuno era andato nella sua stanza "arrivo subito" mi aveva detto Charles invitandomi ad andare in camera. Mi ero cambiata e struccata ma di lui nessuna traccia.
Lo avevo raggiunto sul ponte, era li indaffarato a cercare di fare qualcosa.
"Che fai? Non vieni a letto?" Gli avevo chiesto raggiungendolo "non penso di riuscire a dormire" era frustrato.
Si muoveva in tondo senza concludere niente "che cosa c'è?" Gli avevo chiesto avvicinandomi. Sapevo che era turbato "io dovevo proteggerti" aveva detto, si sentiva in colpa per quello che era accaduto ma non aveva nessuna colpa, era girato di spalle ma ero andata ad abbracciarlo da dietro "mi sento una merda" aveva detto sincero, lo avevo obbligato a voltarsi "non hai nessuna colpa, smettila di pensarlo. Io sto bene, ho superato l'accaduto e devi farlo anche tu" gli avevo detto guardandolo in quei meravigliosi occhi verdi "non riesco a perdonarmelo, avevo capito che gli piacevi, ti mangiava con lo sguardo ma mai avrei pensato che potesse arrivare a fare una cosa del genere"
Avevo appoggiato la testa sul suo petto e sentivo il battito del suo cuore "sto bene e se sto bene è merito tuo, smettila di fartene una colpa" avevo detto tornando a guardarlo negli occhi "ti amo" mi aveva detto dandomi un leggero bacio ma lo avevo preso dai fianchi tirandolo a me e iniziando a baciarlo con più foga inarcando il bacino contro il suo e aveva sorriso sulle mie labbra. Gli avevo preso la mano e lo avevo portato nella nostra stanza. Avevo con me le manette che gli avevo regalato in Ungheria. Non avevamo avuto occasione di usarle ma le avevo tirate fuori e un lampo gli era passato nello sguardo. Sapevo che mi avrebbe fatta impazzire.La mattina dopo sulla barca regnava la pace. Tutti dormivano ancora e io mi ero svegliata prima. Ero scesa ed ero andata a prendere i cornetti per tutti e quando ero tornata erano tutti svegli "ho la colazione" avevo detto agitando il sacchetto "penso che potrei sposarti" aveva detto Charles "oh mio dio magari!" Aveva detto Marta sognante "lascio il posto a voi prima" avevo detto ridendo e riferendomi a lei e a Riccardo che stavano insieme da sempre.
Avevamo fatto colazione prima di partire per tornare a Monaco. Ci eravamo fermati in alcuni punti per fare un bagno e poi per pranzare. Avevamo cucinato io e Marta la pasta con tonno e pomdorini e tutti avevano apprezzato.
"Generale sai guidare anche le barche?" Mi aveva chiesto Charles "solo i sottomarini" avevo risposto e si era abbassato gli occhiali "davvero?" Era incredulo "no secondo te?"
Ero scoppiata a ridere "dai vieni qui che ti insegno" mi ero messa tra lui e il timone e mi aveva insegnato i pulsanti, come manovrare e i termini nautici. Era veramente bravo e appassionato.Avevamo attraccato a Monaco alle 22 ed eravamo tornati a casa. Era venerdi sera ma eravamo tutti stanchi quindi, dopo esserci fatti la doccia io e Charles avevamo guardato un film ma mi ero addormentata prima che finisse.
Sabato mattina Charles aveva degli impegni di famiglia e io ero rimasta a letto.
Quella sera eravamo rimasti a casa. Volevamo goderci le ultime ore insieme. Avevamo cucinato la pizza in casa cantando le canzoni della mia playlist e quando era partita "Supereroi" avevo preso un mestolo cantandola appassionata. Charles non la conosceva e quindi gliel'avevo cantata.
"Supereroi come io e te, se avrai paura allora stringimi le mani, perché siamo invincibili vicini e ovunque andrò sarai con me" avevo cantato quelle parole credendoci davvero e guardandolo negli occhi mentre mi sorrideva.
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Forever you - Charles Leclerc
RomanceUna storia d'amore e passione. Charles pilota di F1, lei ingegnere e molto altro, costretta a nascondere il segreto più grande. Tutti i diritti sono riservati. La storia è frutto di immaginazione.