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Era il giorno della partenza. Avremmo preso tutti un volo unico, ingegneri, meccanici, preparatori atletici, manager e tutto il team al completo. Ero seduta dal lato del finestrino persa nei miei pensieri, come avrebbe reagito il pubblico ad una pilota donna? Era uno sport fortemente maschile. Anche nei team le donne erano poche e ora una di queste stava per diventare pilota. L'idea di non essere accettata solo perché donna mi terrorizzava. Avevo sempre cercato di impormi in ambienti prettamente maschili perché la mia passione era più forte di qualsiasi altra cosa ma se non fossi stata accettata? Alessandro mi aveva riportata alla realtà "ci vediamo di nuovo" ormai la voce era famigliare, avrei voluto rispondere che era normale lavorando nello stesso team ma trattenni il sarcasmo per me e mi limitai a sorridere forzatamente
"paura di volare?" insistente il ragazzo
"no, direi proprio di no".
Se sapesse la verità non farebbe domande cosi stupide "solo stanchezza" mi venne automatico rispondere "e ancora non abbiamo iniziato" disse lui quasi urlando in modo da farsi sentire da tutti quelli li intorno.
Alcune teste si girarono per capire da dove arrivasse la voce, notai che Charles si era girato ma subito dopo era tornato ai suoi affari.

Notando che il posto accanto al mio era libero perché Thomas si era alzato per andare a parlare con alcuni meccanici, Alessandro ne aveva approfittato e si era seduto "ti dispiace?" aveva chiesto una volta seduto "ormai sei qui, se ti dico di no ti alzi?" avevo risposto in modo acido senza rendemene conto. Mi dispiaceva ma avevo altre mille cose per la testa e lui interrompeva il filo logico dei miei pensieri. Non avevo voglia di parlare e tanto meno con lui che non sapeva nulla di me e della situazione in cui mi trovavo, avrei potuto dire qualcosa che mi avrebbe fatto scoprire.
Fortunatamente Thomas era di ritorno "niente, vi lascio parlare" disse ad Alessandro "no, non dobbiamo dirci nulla" aveva ribattuto brusco alzandosi dopo la mia risposta da vera stronza. Mi dispiaceva trattarlo cosi ma avrebbe capito in futuro.

Finalmente l'aereo aveva iniziato la sua discesa e poco dopo eravamo a terra. Caldo e umido come immaginavo.

Saremmo rimasti in Bahrein per 2 settimane perché la prima gara si sarebbe tenuta qui.
In aereoporto non funzionava il climatizzatore o forse per loro quella era una temperatura fresca quindi mi ero dovuta togliere la felpa. Indossavo dei jeans a vita alta chiari con una maglia nera a mezza manica, oltre alla felpa. In aereo c'era freddo e comunque in Italia era febbraio.
Togliendo la felpa avevo notato un paio di meccanici rivolgermi uno sguardo, non mi ero mai spogliata cosi tanto in loro presenza e ora avere una maglia attillata con dei jeans fascianti a vita alta mi metteva in mostra.

Il mio fisico era cambiato tantissimo nell'ultimo periodo. Avevo molto più muscoli. Non ero stile body builder ma le mie braccia erano asciutte e toniche come tutto il resto del corpo, mi si erano definiti meglio gli addominali, si notavano appena ma in alcune posizioni erano ben definiti.
Il cambiamento maggiore era avvenuto nella zona glutei. Quel poco di cellulite che avevo era sparita e sembrava che avessi fatto ricorso alla chirurgia plastica per come erano diventate le mie chiappe.
Ogni tanto mi guardavo allo specchio in intimo e mi rendevo conto di essere sexy nonostante la mia poca autostima a livello fisico, e per questo mi coprivo se potevo perché lavorando in un ambiente di uomini, se per prima io mi trovavo sexy loro quanto mai avrebbero potuto prendermi sul serio?

Arrivate le valigie ci eravamo diretti alle navette che ci avrebbero portato in albergo. Il giorno dopo avremmo dovuto iniziare l'assemblamento delle macchine e quindi sarebbe stata una giornata tosta. Decisi quindi di farmi una doccia appena arrivata in camera e di infilarmi a letto.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora