89

5.5K 147 6
                                    

Ero rientrato in albergo tardissimo. Erano quasi le 2 del mattino e il giorno dopo avrei preso il volo per Abu Dhabi per l'ultima gara in programma.
In quel momento era l'ultimo dei miei pensieri. Non volevo correre, non avevo voglia, quella sera l'avevo quasi persa e avevo veramente avuto paura che non l'avrei più rivista.
Mi ero addormentato vestito pensando solo a lei.

La mattina dopo eravamo stati chiamati nella sala riunioni dell'albergo.
Luca aveva spiegato a tutti i ragazzi del team presenti che tutto quello che avevamo sentito o capito di Giorgia non doveva essere detto a nessuno. Avremmo messo in pericolo la sua vita rendendola un bersaglio essendo un personaggio conosciuto. Ovviamente i ragazzi avevano annuito e capito la situazione.

"Scusate, quindi è un generale?" Aveva solo chiesto Francesco, uno dei meccanici del team di Giorgia "si, è un generale di brigata aerea Nato" aveva detto "cazzo che figata" aveva risposto lui.
Tutti si erano dileguati velocemente dopo quella riunione improvvisata tornando alla loro colazione "Luca dimmi la verità. Ora come funziona?" Avevo chiesto guardandolo negli occhi, eravamo rimasti solo io, lui e Fred "potrebbe succederle qualcosa?" Aveva chiesto Fred preoccupato. Per quanto fosse freddo sapevo che teneva tanto a Giorgia.
"No, lei è al sicuro, come ha detto anche lei non può finire sotto corte marziale per quello che ha fatto perché ha messo solo la sua vita in pericolo e lei è un generale. Se la guerra finisse lei verrebbe congedata con onore e probabilmente avrebbe la medaglia al coraggio, la più ambita di tutti" aveva detto Luca orgoglioso "cosa vuol dire congedata con onore?" Avevo chiesto quasi timido "che le rimarrebbero i gradi ma non gli obblighi militari, sarebbe libera"

Non volevo farmi troppe illusioni, in quei due mesi avevo studiato più sulla guerra che su altro. Sapevo che i russi avevano un esercito forte e anche se ora non avevano più una flotta aerea erano comunque nelle città ucraine con i carri armati. Non sarebbe finita tanto presto.

Avevo preso il volo quel pomeriggio sperando di non perdere nessuna notizia durante tutte quelle ore di volo.
Fred si era seduto accanto a me per tenermi d'occhio, lo sapevo, ma io avevo dormito, un sonno agitato ma almeno il tempo sarebbe passato più velocemente.
Appena atterrati avevo cercato notizie ma niente, tutto in silenzio dalla notte prima. Ad Abu Dhabi erano le 3 di notte di martedi mattina quindi eravamo andati a letto.

La mattina dopo mi avevano svegliato bussando insistitentemente alla porta "Charles apri sta cazzo di porta" mi ero alzato di fretta ed ero inciampato nelle coperte, Luca e Andrea si erano fiondati in camera accendendo la televisione.
Io ero in boxer con un occhio mezzo chiuso "colpo di stato al leader russo, prende il comando il vice segretario che annuncia il ritiro delle truppe e dichiara la guerra finita. Firmerà il trattato di pace entro sera"
le parole della giornalista non mi sembravano vere "sto sognando?" Avevo chiesto ad Andrea
"no, tornerà a casa" Lo avevo abbracciato cosi forte da fargli mancare il respiro "quando torna?" Avevo chiesto a Luca "almeno un paio di settimane, però ora è al sicuro, non ci saranno più bombardamenti o altro"
Un paio di settimane almeno? Io pensavo che avesse preso un aereo entro sera.
Avrei dovuto aspettare ancora prima di riabbracciarla ma almeno sapevo che sarebbe tornata e che ora era al sicuro.

Quella giornata era stata surreale, continuavo a cercare notizie per capire se fosse vero o se magari qualcuno avesse cambiato idea ma sembrava che fosse finita per davvero.
In reception avevo trovato Lando e Pierre ad aspettarmi, mi avevano abbracciato sapendo che era finita.
"Dai ora puoi correre l'ultima gara tranquillo, ce è vero che ci vorrà un pò prima che torni ma almeno sai che sta bene e che è al sicuro" aveva detto Lando "si è vero, e poi sicuramente guarderà la gara non essendo impegnata in voli o altro quindi devo dare il massimo, non posso perdere" avevo detto convinto e motivato come non lo ero da un pezzo.

Giovedi mattina mia madre, i miei fratelli e tutti i miei amici erano atterrati. Erano venuti per sostenermi all'ultima gara.
Li avevo aspettati davanti al loro albergo e tutti mi avevano abbracciato.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora