Avevo preso il volo con il resto del team per tornare a casa. Avremmo avuto due settimane di stop prima della 3 gara in calendario e la 4 sarebbe stata la settimana dopo. Melbourne e poi Baku.
Avevo bisogno di stare parecchio al simulatore. Dovevo preparare entrambe le piste prima di partire e studiare al meglio perché non volevo rimanere giù dal podio ancora una volta.
Avevo deciso, infatti, che sarei rimasta a Maranello fino alla partenza per l'Australia. Saremmo partiti la domenica notte per provare a combattere il fuso e poi per avere il tempo di abituarci al nuovo orario.La settimana era passata velocemente. Ero rimasta al simulatore per più ore al giorno e mi ero allenata con Luca ogni sera.
Avevo studiato i dati e le mappature del motore con Thomas e venerdì Charles aveva confermato le mappature migliori quando aveva provato il simulatore.
Eravamo pronti a queste settimane di fuoco.
Stavo ultimando la valigia sabato sera e il mio telefono aveva iniziato a vibrare. Era un numero che non avevo salvato in rubrica. Avevo ignorato la chiamata ma appena aveva smesso di vibrare era partita di nuovo.
Questa volta avevo risposto "pronto?"
"Ah allora sei ancora sveglia!" la voce di Charles dall'altra parte "sono solo le 21.15. Certo che sono sveglia, sto sistemando la valigia" avevo risposto senza pensare troppo "hai già cenato? Ti va una pizza?" Mi ero bloccata con alcune magliette in mano. Cosa voleva Leclerc da me? Perché stava facendo l'amico? E chi gli aveva dato il mio numero?
"Che hai in mente?" avevo chiesto sospettosa "mi costa parecchio ammetterlo ma avevi ragione. Sono stato una merda con te. Volevo fare quattro chiacchiere per conoscerci e parlare delle prossime gare" la sua sincerità mi aveva colto di sorpresa "non ho ancora cenato" avevo risposto accettando quindi il suo invito "mandami la posizione che ti passo a prendere e andiamo a mangiare una pizza" aveva detto prima di chiudere il telefono. Avevo ubbidito e mi ero cambiata indossando dei jeans e una felpa comoda.Pizzeria Da Gianni. Mai sentita prima.
"Fidati che è buona la pizza" aveva notato la mia espressione perplessa.
"Non dovrei fidarmi di un francese in fatto di pizze" avevo risposto dandogli del francese. Sapevo che lo irritava a morte "sono monegasco" aveva risposto brusco.
Avevo sorriso e aveva capito che lo prendevo in giro "Ciao Ciro! Hai posto per noi due?" Charles si era rivolto al ragazzo all'ingresso che vedendoci insieme aveva strabuzzato gli occhi "wow! Non uno ma ben due piloti di F1 nella mia pizzeria! Che onore, per voi c'è sempre posto" aveva detto Ciro indicando un tavolino nell'angolo. Charles doveva essere un cliente abituale. Non lo avrei mai detto. Era una piccola pizzeria d'asporto con tavolini e sedie di plastica in cui ognuno apparecchiava e sparecchiava il suo posto. Lo facevo da ristoranti di lusso e invece era in tuta a mangiare una pizza in uno dei posti più semplici che avessi mai visto.Ci eravamo seduti e mi aveva apparecchiato persino il posto prendendo la tovaglietta, le posate e il bicchiere "che bevi?" mi aveva chiesto mentre si dirigeva al frigo delle bevande "acqua grazie" avevo risposto. Lui aveva preso una birra per se ed era tornato a sedersi.
Dopo qualche minuto a guardare il menù avevo optato per una pizza semplice "gamberetti e pomodorini per me" avevo detto sorridendo a Ciro "per te la stessa di sempre Charles?" aveva chiesto al mio compagno di pizza "ovviamente" gli aveva sorriso Leclerc.
Ci aveva lasciati soli dirigendosi al bancone. Nel locale c'era poca gente e nel nostro tavolino nascosto passavamo inosservati.
Era calato un silenzio imbarazzante poi Charles aveva iniziato a parlare chiedendomi della mano e se avevo saputo qualcosa di Max. Alla fine avevamo parlato ella passione più grande che ci univa.
Avevamo mangiato la pizza, era davvero buona "basta, scoppio se ne mangio ancora" avevo detto "ma ne hai lasciata una fetta" mi aveva detto Charles indicando il mio cartone della pizza "se la mangio vomito" avevo risposto secca "allora la mangio io" aveva risposto lui afferrando la mia pizza e mangiandola.
Ero stata bene. Avevamo riso e avevamo anche parlato parecchio della gara di Melbourne. Avevamo guardato qualche video di vecchie gare dal suo cellulare perché voleva spiegarmi ogni curva. Avevo imparato più da lui in un'ora e mezzo che in una settimana al simulatore.
Aveva insisito per pagare lui e poi eravamo andati alla macchina. Ci avevano fermato un paio di ragazzi chiedendoci la foto e augurandoci buona fortuna per le gare.
Non ero ancora abituata a questo genere di cose e penso che non mi sarei mai abituata."Che rapporto avete tu e Luca?" mi aveva chiesto in macchina, ero sorpresa, perché gli interessava? "Siamo ottimi amici da tanti anni ormai e inoltre è il mio preparatore" avevo risposto omettendo parte di una verità che non poteva sapere "credo abbia una cotta per te" mi aveva detto lui senza pesare quelle parole.
Ero scoppiata a ridere di gusto. Non potevo dirglielo, o meglio, non spettava a me ma Luca era gay. Non ero di sicuro oggetto dei suoi pensieri sessuali.
Si era girato e vedendomi ridere cosi aveva iniziato a ridere anche lui "perché? Secondo me è vero" avevo le lacrime agli occhi "no fidati, non sono proprio il suo tipo" avevo detto lasciando intendere ma senza dire niente.
La sua faccia perplessa mi dimostrava che non aveva capito e io avevo continuato a ridere.
Una volta davanti al mio appartamento stavo scendendo dalla macchina quando mi aveva afferrato il braccio "ti devo le mie scuse, davvero. Sono stato stronzo e non poco. Hai talento e meriti di essere dove sei ora. Non so come ci sei arrivata e da dove tu sia saltata fuori ma meriti quel sedile. Farò del mio meglio per aiutarti in modo che tu possa aiutare me a tenere dietro le Red Bull" era stato sincero come non mai.
"Grazie. Vale tanto per me" avevo detto senza sbilanciarmi troppo. Volevamo la stessa cosa e ora che anche lui lo aveva capito potevamo solo migliorare il nostro rapporto.
"È stata una bella serata. Ci vediamo a Melbourne" aveva detto mentre chiudevo lo sportello.
Avevo notato però che aveva aspettato che entrassi nel condominio prima di ripartire accertandosi che fossi al sicuro.
Charles Leclerc non aveva ancora finito di stupirmi.
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Forever you - Charles Leclerc
RomanceUna storia d'amore e passione. Charles pilota di F1, lei ingegnere e molto altro, costretta a nascondere il segreto più grande. Tutti i diritti sono riservati. La storia è frutto di immaginazione.