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"Spingi di più sul dritto" la voce nelle mie orecchie mi infastidiva, non ero abituata a prendere ordini in quel modo "ok" risposi solo e tornando a concentrarmi.
Avevo completato 10 giri, avevo male al collo e alle spalle per la tensione e la forza di quell'auto in ogni curva.
Nel box c'erano 5 persone ad aspettarmi, tutti fidati collaboratori di Fred che non avrebbero rivelato il segreto a nessuno.
Mi stavano aiutando a scendere dall'auto e Fred mi guardava sorridendo e applaudendo "sei stata fantastica, 1 secondo e 2 più lenta di Leclerc" non era un gran risultato a parere mio ma secondo tutti era un gran tempo considerato che era la prima volta che salivo in un'auto di F1.

Da quel momento la mia vita era destinata a cambiare in un modo che mai avrei immaginato.
I giorni successivi sembrava di stare in una bolla. Ero in uno stato di trance.
Fred mi aveva affidato un team di poche persone per iniziare quello che sarebbe stata la mia carriera. Avevo un preparatore atletico scelto da me, uno psicologo e dei meccanici che avrebbero preparato la mia auto in base a me e alle mie caratteristiche corporee.
Nessuno sapeva e nessuno doveva sapere.
Ferrari aveva annunciato di avere un nuovo pilota ma aveva dichiarato che non avrebbero rivelato il suo nome fino al termine delle prime qualifiche della nuova stagione.
Io dovevo continuare a lavorare come ingegnere e al tempo stesso prepararmi fisicamente e mentalmente come un pilota.
Avevo già una base grazie al percorso di studi affrontato ma anche questo doveva rimanere segreto.
Mi allenavo tre ore al giorno tutti i giorni e lavoravo 8 ore come ingegnere.
Ero sfinita ma felice come non ero mai stata. Mai avrei potuto immaginare un risvolto del genere nella mia vita.
Non avevo mai neanche avuto il coraggio di puntare cosi tanto in alto ma ora tutto stava diventando realtà.

I mesi passavano.
Il campionato era finito e come preannunciato la Ferrari si era piazzata al secondo posto nella classifica Piloti e Costruttori.
Leclerc era definitivamente partito per tornare nella sua città di origine per prepararsi al meglio in vista della nuova stagione e tornava ogni tanto in azienda per provare al simulatore per noi ingegneri.
Tra di noi il rapporto non era mai partito. Lui era diffidente nei miei confronti. Non si fidava e si capiva benissimo. Non mi rivolgeva la parola quasi mai. Non credevo che fosse dovuto al fatto che fossi donna ma credevo che fosse perché gli avevo rubato il simulatore e non me lo aveva perdonato. Probabilmente mi giudicava come codarda non avendolo neanche ammesso.
Non mi importava però. Avevo dei segreti da mantenere e meno persone avrei incontrato meno avrei avuto il rischio di farmi scappare qualcosa.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora