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Quel bacio aveva riportato la calma.
Nessun rumore intorno a me, ogni paura era sparita e ora ero sereno.
L'avevo tenuta stretta a me non so per quanto tempo. Non ci eravamo detti una parola, solo sguardi d'amore.

"Scusate il disturbo" ci aveva interrotti Fred "vorrei abbracciarla anche io" aveva detto quasi timido e lei lo aveva stretto in un abbraccio e gli aveva baciato la testa "ciao papone" e poi era corsa ad abbracciare tutti ragazzi del team. Rideva ed era felice.

"Hai visto? Io lo sapevo che sarebbe tornata" aveva detto Fred sorridendo mentre la guardava "ora andiamo a vincere questo mondiale" mi aveva detto dandomi una pacca sulla spalla.

Mancavano solo 10 minuti al giro di ricognizione e tutti i piloti si stavano preparando a salire in macchina. La vedevo parlare con Mattia. Era la prima volta che guidava su questa pista e partiva settima, come da qualfica di Robert. Non sarebbe stato facile.

Ero andato a darle un altro bacio prima di partire, come in Olanda. Magari avremmo fatto doppietta anche qui.

"Posso parlare con Giorgia?" Avevo chiesto a Xavi "rimani concentrato" mi aveva risposto "non ha mai fatto un giro su questa pista, fammi parlare con lei" avevo mezzo sbraitato.
"Dimmi" la sua voce mi calmava l'anima. Le avevo spiegato ogni curva, quel discorso era quello che facevo mentalmente a me stesso ripassando il tracciato durante il giro di formazione e quella volta lo avevo solo detto a voce alta, sperando di aiutarla.
Eravamo tornati sul rettilineo principale e i semafori rossi si erano accesi.

Quando si erano spenti eravamo partiti, avevo patinato parecchio sulla sabbia del lato sporco ma le gomme si erano pulite velocemente facendomi avere del grip. Avevo Verstappen davanti e non ero riuscito a sorpassarlo ma rimaneva ad un secondo da me.
Non sapevo come stava andando la sua gara ma ora non potevo pensare a lei.

Eravamo rimasti in quella posizione per 16 giri poi avevo seguito Max al box e avevamo fatto il pit insieme. Non lo avrei mollato per niente al mondo. Fuori dal box Max aveva faticato a mettere le gomme in temperatura e alla curva a gomito dopo l'hotel ero passato trazionando meglio. Ero primo e, in quel momento, campione del mondo, dovevo mantenere la calma.
Max ci aveva messo un paio di giri a scaldare la gomma ma alla fine era arrivato. Era sempre vicino, sotto al secondo. Se avessi continuato con quel ritmo non sarei arrivato alla fine con quella gomma.

Mancavano 12 giri al termine e io stavo soffrendo. Cercavo di concentrarmi su quello che avevo davanti perché se continuavo a guardare negli specchietti avrei sicuramente sbagliato qualcosa.
Avevo deciso che avrei guardato nello specchietto solo a fine rettilineo principale per rendermi conto dove fosse e per tre giri era rimasto li attaccato poi, dal 4 lo avevo visto perdere metri. Mancavano 8 giri e io riuscivo a respirare "dov'è Max?" Avevo chiesto vedendo che aveva perso terreno "2 secondi" mi aveva risposto Xavi, possibile che in un giro avesse perso un secondo da me? "Ha problemi?" Avevo chiesto stupito "si, la tua compagna di squadra, concentrati" avevo sorriso.
Mi stava salvando, ancora una volta. Facendo cosi faceva perdere tempo a Max che cosi si allontava da me.
"Ultimo giro" Max non era più un problema, era lontano con Giorgia attaccata a lui, l'ultimo giro lo avevo fatto bene, senza fretta e cercando di non sbagliare niente e alla fine l'avevo vista.

Quella bandiera a scacchi era stato il sogno di una vita, un desiderio diventato realtà.
"Tu, Charles Leclerc sei il nuovo campione del Mondo" mi aveva urlato Xavi "per papà e per Jules" avevo risposto in lacrime "grazie, è anche per tutti voi, sono stati anni duri ma c'è l'abbiamo fatta, siamo campioni del Mondo" avevo detto.

Sapevo che il titolo costruttori era di Red Bull ma quel titolo piloti era di tutti loro. Ogni meccanico, ingegnere, addetto stampa, di ogni persona del team.
Mi si era affiancato Max facendomi il pollice in alto come a congratularsi, poi si era affiancata Giorgia. Avevamo percorso tuttto il tracciato cosi fino al rettilineo dove le auto erano state parcheggiate. Appena sceso dall'auto erano partiti i fuochi d'artificio. Avevo ancora il casco e sotto faticavo a mantenere l'emozione.

Avevo stretto ancora Giorgia alzandola da terra "grazie" riuscivo solo a dirle, e poi ero corso dai meccanici lanciandomi su di loro "il campione del mondo 2024 Charles Leclerc" al maxi schermo la mia faccia con il mio nuovo titolo.
Ci ero riuscito e istintivamente avevo alzato il dito al cielo. Era per loro.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora