53 - Charles

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Ero in disparte con Pierre e Alessandro.
"Tu non vai in camera?" Mi aveva chiesto Pierre "il ragazzo ha una bella cotta" aveva risposto Alessandro "tu dici? Non me ne ero accorto" mi stavano prendendo in giro "vi ricordo che sono qui e posso sentirvi" avevo detto serio senza rispondere alle provocazioni.
"Dai ti facciamo compagnia" avevano detto rimanendo con me sui divanetti ad aspettare.
Fortunatamente l'attesa era stata breve. Dopo poco più di un'ora una macchina aveva parcheggiato nel piazzale. Aveva iniziato anche a piovere da poco. Speravo fosse lei.

E poi eccola entrare in albergo con un giacchino sulla testa per ripararsi dalla pioggia e Luca dietro di lei. Era ancora con la tuta da corsa.
Non si aspettava di vederci ancora li "che ci fate ancora in giro?" Aveva detto sorridendo "ti stavamo aspettando" aveva detto George.
Io ero in piedi e quando i nostri sguardi si erano incrociati mi ero avvicinato per abbracciarla "piano che le fai male" mi aveva ammonito Luca e avevo allentato la presa "sto bene" aveva detto lei ricambiando il mio abbraccio e posando la testa sul mio petto.
Aveva salutato tutti i ragazzi ringraziandoli e rassicurandoli sulle sue condizioni "ora scusate ma vado in camera"
"Ti accompagno" si era fatto sotto George, se non l'avesse piantata si sarebbe preso un bel pugno sul naso "grazie ma so arrivarci da sola" aveva risposto lei e poi mi aveva guardato "complimenti per oggi comunque" mi aveva detto poi sorridendomi, mi ero avvicinato, volevo sapere se stesse bene e volevo mettere in chiaro le cose con George. Lei piaceva anche a me e sicuramente io e lei avevamo più vissuto di loro due. Doveva farsi da parte.

Alla fine l'avevo accompagnata in stanza "faccio una doccia calda e tolgo questa tuta" mi aveva detto prima di entrare "sei sicura di stare bene vero?" Le avevo chiesto ancora una volta. Forse la decima in tutto il tragitto reception-camera.
Aveva alzato gli occhi al cielo "si sto bene" e poi aveva riso.
"Buonanotte Charles" mi aveva detto dandomi un leggero bacio sulla guancia e aveva chiuso la porta della sua camera.
Ero rimasto li impalato senza dire una parola.
Dopo essere uscito da quello stato di trance ero andato in camera e avevo camminato su e giù per la stanza. Dopo quell'incidente avevo capito che volevo di più da lei. Non mi bastava la sua amicizia. Volevo sentirla mia. Volevo poterla amare come meritava di essere amata.

Preso da un'impeto di coraggio ero andato davanti a camera sua. Avevo bussato e dopo poco mi aveva aperto la porta in accappatoio.
Cazzo se era sexy.

"Che ce Charles?" mi aveva chiesto preoccupata "devo parlarti" le avevo detto mentre mi lasciava entrare "mi stai preoccupando. Che cosa c'è che non va?"
Avevo fatto un respiro profondo "c'è qualcosa tra te e George?" Le avevo chiesto prima di qualsiasi altra cosa, dovevo accertarmi che non fosse impegnata "no Charles! Sei venuto ad accusarmi di avere un'altra relazione?"
Si era alterata "no, volevo solo sapere se tu fossi una donna libera" non capiva e aveva aggrottato la fronte "e perché?" Aveva chiesto "perché non ce la faccio più a fingere che non mi importi. Mi importa eccome cazzo! Provo qualcosa per te e non riesco più a nasconderlo. Quando non sono con te è una tortura e quando sono con te è persino peggio perché non posso comportarmi come vorrei" avevo vomitato tutto fuori e sapevo che potevo essere rifiutato.
Lei aveva spostato lo sguardo dal mio e si stava guardando i piedi.
"Anche io provo qualcosa per te" aveva detto in un soffio di voce.

A grandi passi le ero andato in contro e, anche se volevo baciarla mi ero trattenuto, dopo quello che le era successo con Hugo volevo il suo consenso prima di toccarla.

Avevo appoggiato la mia fronte alla sua "non possiamo Charles" mi aveva detto ad occhi chiusi "lo so" avevo detto respirando il suo profumo ma poi i suoi occhi erano tornati a guardare i miei e questa volta mi guardava con desiderio e allora l'avevo baciata.
Quel bacio era pieno di tutte le emozioni che avevamo nascosto a noi stessi.

Volevo andarci piano. Aveva subito un aggressione e non volevo metterle pressione. Ero già contento di quel bacio. Lei era in accappatoio e la sua mano sinistra era sulla mia schiena e con l'altra mi accarezzava i capelli.
All'improvviso il bacio era cambiato, da dolce e romantico era diventato voglioso.

Le nostre lingue erano sempre più veloci.
Cercavo di trattenermi ma un'erezione stava iniziando a farsi strada. Ci stavo provando in tutti i modi ma non ci ero riuscito e alla fine mi ero staccato da lei girandomi per non farle vedere.
Mi ero passato una mano nei capelli frustrato. Avrei continuato tutta notte ma dovevo rispettare i suoi tempi "ti sei pentito?" la sua voce mi aveva colpito dritto al cuore "assolutamente no! Però non voglio metterti pressione" le avevo risposto sinceramente mentre mi voltavo. Il suo sguardo era caduto sulla mia erezione.
Che imbarazzo. Mi sentivo un quindicenne in preda ad una crisi ormonale.

Aveva sorriso "ma io non voglio che ti fermi" mi aveva detto con uno sguardo sexy e a quelle parole non avevo più resistito. L'avevo baciata con più foga posandola contro il muro delicatamente. Con una mano le avevo sciolto il nodo dell'accappatoio e l'avevo guardata negli occhi per chiedere il consenso di continuare e mi aveva risposto con un bacio dolce.
Le avevo aperto l'accapatoio e la visione del suo corpo con indosso un intimo nero di pizzo mi aveva mandato in estasi. La stavo per prendere in braccio per metterla sul letto ma mi aveva bloccato e mi aveva tolto la maglietta. Mi stava baciando il collo e io stavo perdendo il controllo. Stava scendendo con i baci sul petto ed era arrivata al bordo del jeans.
Era in ginocchio davanti a me e mi stava slacciando la cintura. Quando aveva fatto era passata al bottone e alla cerniera. La sua mano sfiorava la mia erezione e lei continuava a guardarmi dritto negli occhi. Mi aveva tolto i pantaloni e mentre si tirava su aveva accarezzato con forza la mia erezione. Mi ero morso il labbro per il piacere. L'avevo presa in braccio sfregandomi contro lei. Stava gemendo di piacere solo a quel tocco. Volevo farla impazzire. L'avevo appoggiata sul letto ma prima le avevo slacciato il reggiseno.
Le stavo torturando un capezzolo con la bocca e con la mano stavo scendendo verso le sue mutandine.
Era bagnata e mi aveva fatto impazzire che fosse pronta per me. Dopo averle spostato le mutandine le avevo accarezzato il clitoride e poi spinto prima un dito e poi un altro dentro di lei. Aveva incarnato la schiena per il piacere. Con la bocca continuavo a tortuarle un capezzolo mordendo e leccando. Mi aveva tirato verso di lei. Voleva essere baciata e cosi avevo fatto. Gemeva contro la mia bocca mentre le mie dita le davano piacere. Poi mi aveva spostato ed era scesa dal letto. Ero a pancia in su con le mani dietro la testa e la guardavo togliersi il perizoma.
Mi faceva impazzire e poi mi aveva tolto il boxer accarezzando in lungo la mia erezione. Avevo lanciato la testa indietro per il piacere che stavo provando. Poi si era messa a cavalcioni su di me e mi stava baciando.
I suoi occhi scuri avevano incontrato i miei, avevo capivo che si stava abbandonando a me, era letteralmente nuda e potevo leggere le sue emozioni in quegli occhi. L'avevo baciata prendendole il viso tra le mani cercando di essere dolce e rassicurandola che non me ne sarei andato.

E allora aiutandosi con una mano mi aveva spinto dentro di lei. Un verso gutturale era uscito dalla mia bocca per quel piacere tanto atteso. Aveva iniziato a muoversi lentamente poi con più voglia. Le avevo accarezzato il volto e lei aveva iniziato a succhiarmi l'indice che prima era dentro di lei. Era sesso puro.

Doveva rallentare se non voleva farmi venire cosi velocemente e allora l'avevo sorpresa mettendomi io sopra di lei "mi fai impazzire" le avevo sussurrato all'orecchio "ti voglio" aveva risposto lei leccandomi il lobo dell'orecchio e cosi ero affondato dentro di lei con forza e avevo ripreso il ritmo. Le avevo preso una mano e l'avevo stretta nella mia. Il suo respiro stava cambiando e faticava a tenere gli occhi aperti per il piacere. Dovevo resistere ancora un pò prima di lasciarmi andare anche io. Volevo vederla godere. E cosi era stato. Si era irrigidita tutta prima di esplodere in un orgasmo che le aveva fatto perdere il fiato. Avevo accellerato sapendo che ora era il mio turno. Quando ero sul punto di venire stavo per uscire da lei ma con le gambe mi aveva bloccato lasciandomi venire dentro. Avevo il fiatone. Ero ancora dentro di lei e la baciavo fino a consumarle le labbra. Mi sorrideva e mi accarezzava i capelli. Nei suoi occhi leggevo le stesse emozioni che provavo io ed ero felice.

Forever you - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora